India 2010 con una Royal Enfield

Itinerari, diari di viaggio e suggerimenti su dove e come portare le nostre XL in giro per il mondo on/off road.
momi20
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India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da momi20 » lun mar 14, 2011 7:06 pm

Ciao a tutti mi permetto di inserire un report della mia vacanza in India dello scorso anno. Mi sono servito di una Royal Enfild nolleggiata a Delhi...non è una XL, ma spero che vada bene ugualmente.

Guardando a gennaio una slideshow del New York Times, questa per la precisione http://www.nytimes.com/slideshow/2009/1 ... index.html, mi ero iniziato ad interessare alla possibilità di una vacanza in India.
Raggiungerla via terra, da Modena, fino a New Delhi (Italia-Turchia-Iran-Pakistan-India) sarebbero stati poco meno di 9000 km( calcolo da Google maps ), senza particolari difficoltà stradali.

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Inoltre avevo notato che il visto per l’Iran non comportava particolari problemi. Sull’attraversamento del Pakistan mi aveva rassicurato un ragazzo che lavora per un corriere e spesso passa dalla mia ditta. Nato in Pakistan, vive e lavora da alcuni anni in Italia: la sua famiglia risiede nel sud del paese e l’itinerario per raggiungere l’India attraverso il Pakistan che vedete in foto lui lo aveva definito senza problemi.
Compro la cartina del Pakistan, ho già quella dell’Iran e inizio ad informarmi per il Carnet Du Passage necessario in Iran.
Per riportare la moto indietro trovo in alcuni forum delle voci che parlano di una spesa sui 400$ per riportare la moto via nave in Italia.
Poi ad aprile (o giù di lì) mazzata: la frontiera Iran –Pakistan via terra è chiusa: e chi se lo aspettava ?
A quel punto potevo pensare di arrivare in Iran e poi spedire la moto via aerea o nave in India e poi via nave in Italia…budget fuori portata.
Andata e ritorno della moto via nave per e dall’India…come sopra.
Passare dal Tajikistan e dalla Cina…troppo poco tempo per organizzare una rapina in banca.
Non mi rimaneva che una possibilità: volo + noleggio in loco della moto ed è quello che ho fatto.

Questo il mio itinerario in senso antiorario in verde: i pallini rossi i posti dove ho dormito. Sono partito e rientrato a Delhi.

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Ho percorso circa 5200 km (in seguito spiegherò perché) dal 6 di luglio al 1 agosto ed ho attraversato 6 stati dell’India

Per la voce spese

Visto per l’India (consolato di Milano)---------------------------------------100 €
Volo a/r Bologna-New Delhi (via Istanbul)---------------------------------490 €
Noleggio Royal Enfield Electra 350cc (da 06/07/10 a 01/08/10)-----247,59 €
Assicurazione on line------------------------------------------------------------ 88 €
Vitto, alloggio, benzina, souvenir, musei ecc…--------------------------532,41 €

Totale--------1458 €

Ho iniziato a cercare su internet, con un primo problema: in India oltre a girare a sinistra, anche le moto hanno i comandi rovesciati: cambio a destra e freno a sinistra. La scelta quindi si riduceva, inoltre a dirla tutta volevo usare una Royal Enfield. Ho trovato questo negozio

http://www.tonybulletcentre.com/

dopo un po’ di mail ho avuto il prezzo per noleggiare una Royal Enfield 350 . 550 rupie indiane al giorno, circa 9,17 €.. Comunque a Delhi c’è un quartiere Karol Bagh completamente pieno di negozi di nolleggio, vendita e riparazione moto: oltre alla possibilità di acquistare ogni tipo di accessorio, dal casco allo spillo. Suggerimento: arrivate, andate a Karol Bagh, fate il giro dei vari negozi, provate le moto e poi scegliete la miglior offerta. Fossi un pilota appena appena decente avrei senz’altro nolleggiato una Honda Hero 135cc, leggera e maneggevole, ma non l’avevo trovata coi comandi ordinari. Poi l’idea di guidare una Royal Enfield, non mi dispiaceva: nel 2008 era una delle moto che avevo valutato per l’acquisto, prima di orientarmi sul Suzuki DR 350. Per il volo ho trovato un’ottima offerta della Turkish Airlines: Bologna-Istanbul-New Delhi a/r a 490 €.
Sono partito il 2 di luglio e sono tornato il 3 di agosto. Il periodo era buono per girare la zona del nord, Ladak e Kashmire, anche per il fatto che la tratta Manali-Leh è aperta da maggio a metà settembre e la Leh- Srinagar da aprile a metà settembre: al di fuori di questi periodi solo in aereo è possibile raggiungere Leh o Srinagar.
Uno degli obiettivi del viaggio era il passo del Khardung La: 5600 mt sui cartelli indiani ma che in realtà dalle ultime rilevazioni dovrebbero essere 5.359 e che gli indiani definiscono il passo carrozzabile più alto al mondo. Esistono passi più alti e misurati, ma in alcuni casi i veicoli sono stati portati nelle vicinanze e di altri in zone del Tibet non si sa esattamente da quali tipi di veicoli siano percorribili. Gli indiani tengono a far notare che per carrozzabile intendono percorribile da ogni veicolo.ed io infatti ne ho viste di tutti i colori.
Sinceramente una volta arrivato al passo del Khardung La, 40 km a nord di Leh non avevo chiaro dove poter andare. Da un forum indiano e alcuni giornali il Jammu Kashmir era in sommossa e verso maggio l’ambasciata italiana a Delhi sconsigliava nella maniera più assoluta di recarsi in quella zona…a parte le Maldive mediamente ti sconsigliano sempre parecchi posti. Poi alla fine mi sono detto che male fosse andata sarei tornato a sud percorrendo in senso inverso la Manali-Leh.

Attrezzatura da viaggio
Il casco lo avrei trovato in loco: troppo ingombrante.
Guanti: recupero quelli da sci di mio fratello più adatti di quelli dello scorso anno: ho 2 passi oltre i 5000 mt e altri oltre i 4000

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la mia solita antivento arancione non sarà sufficiente col mio pile da 10€. Colpo di fortuna alla Decathlon di Faenza ai primi di maggio trovo le ultime svendite invernali e questo giaccone in saldo a 76€ si rivelerà perfetto nella parte di montagna

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Ho cambiato la macchina fotografica ,che per una caduta non chiudeva più bene lo sportellino: inoltre lo zoom 6x era un deboluccio per i paesaggi che mi aspettavo di trovare. Su www.bow.it ho trovato davvero una buona offerta per la Kodak Easyshare Z950 con zoom 12x: poco più di 120€ con la spedizione

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Per la parte elettronica un lettore di schede, il mio PC mini della Asus e il gorilla tripod

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Pianificazione del viaggio: in pratica verso maggio mi è arrivato il materiale comprato su Amazon.co.uk: vi metto i prezzi comprensivi della spedizione

Mappa 6, 8 € ( ottima)

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Per la guida apro una piccola parentesi. Da tanto tempo cerco di limitare l’uso e l’acquisto delle Lonely Placet e il motivo principale è che sempre più spesso i curatori delle varie guide sono soliti chiedere sconti o tariffe agevolate in cambio della citazione del locale o albergo in cui queste persone si rivolgono. Da alcuni anni ho scoperto la collana delle Footprint, collana inglese distribuita nelle versioni italiane dalla WhiteStar (http://www.whitestar.it/shop/root/ricer ... ollana=203) . Nata nel 1924 con la prima guida South American Handbook è una collana davvero interessante, scritta proprio per studiare degli itinerari. Andate a leggervi la storia di questa collana, merita. Purtroppo la guida sull’India non esiste in italiano, quindi ho dovuto prendere quella in inglese, che comunque con un solo volume copre tutta l’India a differenza della LP che ti obbliga a comprarne 2. Prezzo 15,6 €

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frasario Hindi + Urdu – Inglese 9 € (usato raramente, con l’inglese si è a posto nel 99% dei casi, perlomeno nelle zone che ho attraversato io)

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Poi come detto, il mio pile, 3 magliette grigie, 2 paia di jeans, scarponcini, scarpe da ginnastica, 2 magliette a manica lunga leggere, una pesante che con un paio di pantaloni lunghi da palestra funge solitamente da pigiama, 2 paia di calzettoni imbottiti, 2 di calzettoni da palestra, 3 paia di mutande e un poco di medicine e roba da toeletta. La giacca pesante era comunque troppo ingombrante e quindi ho spedito lo zaino nel bagaglio aereo, tenendo lo zainetto piccolo con roba elettronica e una borsa a mano col giaccone e i guanti come bagaglio a mano.
Avevo il bancomat internazionale, la carta di credito e circa 1150 $ in contanti nella mia cintura portasoldi.
Citazione dovuta per il mio amico Fabrizio detto “Beuto” che mi ha accompagnato all’aeroporto e mi è poi venuto a prendere al ritorno

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Qui sono al chek-inn a Bologna
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arrivo a Delhi alle 3,40 di mattina ( se risparmi c’è qualche piccolo sacrifico): i taxi hanno un prezzo concordato di 400 ( 6,6 €)rupie, ma memore della esperienza in Birmania mi dico che deve per forza esserci un mezzo più abbordabile per raggiungere la zona della stazione centrale dove ho l’albergo…infatti gironzolo fuori e chiedendo trovo il bus: 30 rupie, mezzo euro

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la nuova stazione centrale di Delhi

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la mia strada Main Bazar, in piena ricostruzione, sono circa le sei del mattino
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prendo un tè
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poi trovo il mio hotel, lo Smyle Inn, in una laterale, circa 6 €, ma ho tutto il piano a mia disposizione…si perché la mia è l’unica camera agibile del secondo piano, le altre le stanno risistemando i muratori

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aspetto le 8 per la prima colazione e poi decido che è inutile aspettare ed esco per andare al negozio a definire il noleggio della moto. Sinceramente non amo usare come trasporto i risciò a pedale e visto che esiste la metropolitana, la rete ferroviaria e i bus decido per quanto possibile di usarli.
Scarpino un poco, ma arrivo alla fermata della metro, poi scendo alla fermata di Karol Bagh e ci metto un pochetto a trovare il negozio
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mi fanno vedere la moto e poi decido di venire a definire il contratto sabato pomeriggio e di partire domenica il 4 , anche per il fatto che qui il lunedì è giorno di chiusura. Voglio almeno 2 giorni per visitare Delhi e penso che la cosa migliore, per entrare un poco nell’idea del paese sia di scarpinare e usare i mezzi pubblici.
Prendo la cartina trovata in albergo e vedo un tempio il Birla Mandir in zona: 40 minuti e ci arrivo. Non è poi piccola Delhi. Interessante che questo tempio fu inaugurato nel 1938 da Gandhi a patto che potessero entrare persone di ogni casta e religione

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verso sera, tornato in albergo scopro che vicino alla stazione c’è un edificio con tutta una serie di piccoli ristoranti uno attaccato all’altro: è il mio posto.

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il mio primo pasto indiano ( a pranzo, carboidrati, avevo comprato del pane, oltre alle banane per il potassio)
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Sabato mattina (3 luglio) torno al negozio e scopro che non possono accettare pagamenti col bancomat o la carta di credito, solo che la cauzione da lasciare, oltre al costo del noleggio mi costringerebbe ad usare troppi dei contanti che ho con me. Poi devo anche fare al volo un’assicurazione. Inoltre scopro che in India, a parte Mumbay, il noleggio è vietato. Il contratto che stipulerò è quindi una falsa vendita, in cui il Tony Bike Center si impegna a ricomprare la moto dopo un certo periodo (il noleggio) ad un prezzo stabilito, la cauzione. Esco trovo uno sportello e…credito insufficiente, non riesco a prelevare più di 3000 rupie, cioè 50 €. In Italia è ancora venerdì: sms a mio fratello che come lo scorso anno quando ero in Ucraina mi comunica il problema: c’è un errore nei miei tetti di prelievo, mettono tutto a posto entro domani. Vabbè concluderemo il tutto domenica mattina.

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compro una cosa utilissima in India: un piccolo asciugamano da tenere in tasca, che avevo visto maneggiare da quasi tutti, per asciugarsi il sudore. Per il clima è davvero simile alle maledette giornate calde e umide di Modena, solo un poco più caldo.
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sto sul classico e raggiungo la Gate of India e poi la zona del parlamento

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nel grande viale che porta al parlamento la gente e le famiglie si rilassano con picnic praticamente ovunque, oltre ai pulman che scaricano turisti a ripetizione, indiani e non

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questo penso fosse un gruppo di hiras, gli ermafroditi indiani, Le anime femminili in corpo maschile, il terzo sesso, sono parte della cultura indiana sin dai tempi antichi, e come tale seguono precisi prescrizioni e rituali, appartenendo tutti a una stessa comunità.
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alla sera rientro in albergo e prima di andare a letto decido che è meglio asciugare la maglietta: la stanza ha solo una piccola finestra, ma come nel 2007 nel sud est asiatico, mi vengono in aiuto le pale del ventilatore

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Domenica 4 luglio

Col bancomat nada da fare e ovviamente non ho trascritto il codice per prelevare con la carta di credito: la mia organizzazione di viaggio è sempre ridicola da questo punto di vista. Al massimo mi farò spedire dei soldi con la Western Unione ( come lo scorso anno), più tardi manderò un sms, ora in Italia è notte. Prima tappa della giornata la zona vecchia della città, Old Delhi.

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Il Red Fort lo visiterò magari domani, prendo solo qualche scatto dall’esterno

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mi interessa di più la moschea di Jama Mashid, la più grande dell’India

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pranzo per strada, ma non so cos’è

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nel pomeriggio permangono i miei problemi col prelievo e mio fratello è al mare a Rimini, dove l’ufficio della WU è chiuso. Lunedì mi farà l’operazione da Modena. Amen, mi toccherà partire martedì: che bello la mia tabella è già saltata almeno 2 volte.

Lunedì 5 luglio
Subito al mattino presto torno a Old Delhi per il Red Fort, che è chiuso un solo giorno alla settimana…esatto: il lunedì, sulla guida gli orari di musei e monumenti sono all’inizio della descrizione, ma non ci avevo fatto caso. Nella mattinata il negozio era aperto per un paio di ore e quindi torno da Tony per provare la moto. È quella rossa

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con un meccanico andiamo in un vialone fuori mano e dopo un paio di spiegazioni me la fa provare: abbastanza maneggevole. L’accensione a pedale richiede di dare un primo colpo in basso, tirare l’aria, un secondo colpo….ci metterò circa 2 settimane per imparare a farlo stando sul seggiolino: pazienza, tante prove e una marea di accidenti alla moto e a me che l’ho noleggiata. Infine il meccanico mi fa notare che sul fanale c’è il nome di una divinità e questa “ è una cosa buona”: perfetto adesso sono molto rassicurato

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nel pomeriggio un sms mi conferma che i soldi sono stati spediti. Non è facile al lunedì, giorno di chiusura trovare un WU aperto, ma ci riesco nella piazza centrale di Delhi, Connaught Place: ovviamente il tabaccaio doe è andato mio fratello è riuscito a sbagliare la trascrizione del nome che non corrisponde per una lettera a quello del passaporto: denaro spedito, ma non ritirabile. Sms su sms riesco a far correggere il tutto e alle 15,00 locali ho i soldi necessari per la cauzione e il noleggio in contanti. Torno al negozio firmo il contratto, verso i soldi e mi accordo per ritirare la moto

A fine pomeriggio decido di andare al complesso del minareto Qutb con l’autobus

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il giorno dopo devo andare a ritirare la moto, nel primo pomeriggio, comprare il casco e si le corde elastiche per fissare i bagagli



Una curiosità della sera : tornando dal minareto era ormai buio pesto ed aveva iniziato a piovere. Il mio autobus era privo di tergicristalli e a un certo punto la visuale dell’autista era davvero minima. Il problema è stato brillantemente risolto dall’addetto ai biglietti, guardate un po’

CODICE DA INCORPORARE : http://www.youtube.com/watch?v=sdo-6yQ-Qd0

6 luglio martedì: La partenza.

Colazione nella terrazza del mio hotel
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poco prima della partenza col titolare il sig. Rajesh Trehan alla mia sx…anche lui mi fa notare l’importanza del nome della divinità sul fanale, spero non sia questa la miglior qualità della moto !
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Per i freni mi hanno detto che la moto è dotata di una frenata dolce, insomma un poco lunghetta. Io però sono nato vespista e fin da ragazzino più che a frenare ho imparato a schivare: è sempre un rischio usare i freni della vespa. Domando se in fondo la Enfield freni peggio di uno scooter e mi rispondono certo che no, sono a posto. Mi suggeriscono di non superare mai di troppo i 65/70 km all’ora nelle strade, ma tanto sono in vacanza e non mi corre dietro nessuno.
Nella mattinata compro il casco a norma 700 rupie=11,5€

Ho caricato tutto, andando anche a comprare una borsa “originale” col cavallino Ferrari, che legherò lateralmente assieme all’altra piccola che ho con me. Una borsa per lato e dietro lo zaino. Mi danno i ricambi: camere d’aria, filo gas e frizione, candela più altre cose che non riconosco, ma penso serviranno, oltre ad alcune chiavi e cacciaviti. Aggiungono anche una pompa a piede per gonfiare le ruote: in caso di foratura in zona deserta, potrò gonfiare, andare piano, gonfiare di nuovo e ripartire fino a trovare un gommista…spero di no.
Mi faccio spiegare come uscire da Delhi e verso le 2 del pomeriggio parto verso il nord.
Il Traffico Indiano: su questo argomento ne ho sentite e lette di tutti i colori. In tutta onestà non l’ho trovato caotico o pericoloso, ma basato sul concetto di un fiume che comunque scorre, bisogna andare e se per proseguire hai bisogno di invadere un poco l’altra corsia, i conducenti del senso opposto si spostano perché lo capiscono. I pedoni spesso ti fanno dei cenni mentre sono in mezzo alla strada con la mano per dirti se devi passargli davanti o dietro. In autostrada, chi deve portare i bufali o le mucche al pascolo, non ha passaggi dedicati, attraversa la strada col bestiame. Con una velocità adeguata non ci sono problemi, se vuoi viaggiare oltre i 100 all’ora, potenzialmente te la vai a cercare. Inoltre, e lo dico davvero con simpatia, una volta ( tanti anni fa ) per 3 giorni visitai Napoli con un mio amico in macchina. Ad oggi nessuna città o tipo di traffico mi ha mai creato dei problemi. New York è roba da ridere, Caracas e anche la Jamaica sono meno difficoltose. A Napoli ti svegli sul serio e impari a non perdere tempo quando guidi. Per ridere cercate su you tube “traffic jam Napoli” e andate a vedere i video correlati, leggendo i commenti dei turisti.

CODICE DA INCORPORARE : http://www.youtube.com/watch?v=9BJThn0I ... re=related

Tutto sommato la preoccupazione principale era ricordarsi che in India si gira a sinistra, ma è stato sufficiente seguire il flusso del traffico.
Dopo un paio di incroci sono su una grande strada a 2 corsie e vedo le indicazioni per la N1 che mi porterà a nord verso Manali. Per le piogge della sera precedente una corsia è letteralmente allagata a metà: ovvio la mia. Ingorgo dantesco. Vedo alcune moto che scavalcano e procedono nella corsia opposta contromano: è la mia prima ora alla guida della Enfield e freno il mio istinto di seguirli. Un errore che mi costerà quasi 2 ore per uscire da Delhi: noto però che nessuno dei guidatori dell’altra corsia si agita o un poliziotto che faccia un segnale. Immediatamente si crea un passaggio per permettere il transito contromano.
Comunque esco da Delhi e capisco subito che è inutile suonare alle mucche ( quando dicono stupido come un bue), mentre capre e bufali ed esseri umani rispondono meglio al clacson, che viene usato continuamente da tutti. Dietro ad ogni bus, pulman o camion si leggono i cartelli “ Blow Horn” o “Horn Please”. La mia tabella di marcia va a farsi benedire immediatamente ma riesco ad arrivare a Karnali verso le otto di sera: devo aver fatto circa 140 km…dico circa perché si era rotto il contachilometri e non andava nemmeno l’indicatore di velocità: al volo avevo fatto cambiare il filo.

Che emozione il mio primo meccanico, il primo guasto e sono appena partito…speriamo che il nome della divinità sul fanale funzioni
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Dopo mezz’ora di nuovo muore l’indicatore della velocità, ma continua a segnare i km, che è la cosa più importante.
A Karnal trovo una guesthouse, sulle 300 rupie, poco meno di 5 euro
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anche il parcheggio coperto
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Ormai è sera e penso solo alla cena: 200 metri fuori della mia GH risolvo il problema. Sempre comodi i ristoranti dove puoi oltre ai tavoli guardare anche la cucina mentre preparano i piatti, li adoro.
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Mattina del 7, mi alzo presto per gironzolare la città a piedi: la mia guida della Footprint la liquida con 2 righe, ma qualcosa d’interessante camminando si scova sempre. Vedo una specie di minareto spiccare in mezzo alle case e mi inoltro per i vicoli della città

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qui conosco delle persone (musulmani), sono in una madrasa, una scuola cranica, poi due di loro mi portano a prendere il te e quindi mi accompagnano da un altro monumento
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lui è un medico, sono tutte medicine quelle che vedete nelle foto, anche qui mi offrono il te e poi il melone. Arriva anche un signore e lui mi spiega che cercava un rimedio tipo viagra…tutto il mondo è paese
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mi lascia i suoi estremi ed io faccio altrettanto: in un futuro vorrebbe venire in Italia, ma gli serve una lettera d’invito per ottenere il visto da parte di qualcuno che risieda in Italia, vedremo
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sono le 10 e aprono i negozi e faccio quindi sostituire il filo del contachilometri
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Parto e penso che sarà difficile riuscire a fare in un giorno i 400 km o giù di lì che mi separano da Manali. Verso mezzogiorno il maledetto filo ci molla nuovamente: né velocità, né km. Mi fermo a pranzo
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e due signori col turbante mi accompagnano poi dal meccanico che in 20 minuti sostituisce il tutto
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Ad Ambala spariscono le indicazioni per Chandigarrh e quindi Manali. Chiedo per Manali, ma mi viene indicata una strada “alternativa”, ma non me ne posso accorgere, la mia mappa dell’India 1:3.750.000 ha dei limiti
In sostanza è accaduto questo

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quando ho iniziato a capire che qualcosa non andava avevo già percorso più di un’ora di strada. Inizio a cercare qualcuno cui chiedere e miracolo, mi sono fermato proprio davanti a un concessionario ufficiale della Royal Enfield…ahh mi era passato di mente, ennesima rottura del contachilometri

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il problema era proprio il contachilometri e me ne mettono uno nuovo, 800 rupie in tutto( 13€)

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il proprietario della concessionaria mi conferma che ho un poco allungato e mi fornisce una dettagliata mappa per ritornare nella giusta direzione
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fa davvero caldo e quindi guido senza guanti: errore, il giorno dopo mi ritroverò le mani un poco ustionate. Sono nello stato indiano dell’Himachal Pradesh, dove non lo so, ma sono in alto, viene sera e noto che fino al buio nessuno praticamente accende le luci per strada, poi anche di notte ogni tanto alcuni girano senza luci.
Verso le nove mi fermo in un hotel e mi chiedono 1500 rupie per una singola: 24 €, uno sproposito. Faccio per andarmene e cala a 1200: bene è sicuramente il caso di andare via. Dopo mezz’ora sulla mia sx vedo l’hotel Diamond e dall’aspetto e le macchine parcheggiate fuori sento che non mi tradirà: 300 rupie. Per la cena al ristorante dell’albergo (ci sono solo io) 139 rupie

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giovedì 8 luglio
Ho circa 250 km da fare per arrivare a Manali, da dove inizia la highway che mi porterà a Leh nel Ladak

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autogrill

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poco dopo ho incontrato una processione di fedeli (questo è il periodo in India) e mi hanno regalato una specie di collana di pelo multicolore portafortuna …che io ho subito legato alla moto

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i suonatori di tamburo erano davvero scatenati

VIDEO DA INCORPORARE: http://www.youtube.com/watch?v=dCy6XQ4U5k0

Proseguo lungo la N21

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un’altra processione
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arrivo a Manali nel primo pomeriggio: abbastanza caotica e stracolma di turisti e vedo parecchi motociclisti. La città è il punto di partenza obbligato per percorrere la strada che porta a Leh, nel Ladak. Agenzie di viaggio, uffici di cambio e negozi di souvenir ovunque. La città è divisa in 2 parti, Old Manali e New Manali. La mia guida indicava alcuni posti nella Old e mi dirigo lì. Dopo un poco però mi scoccio a cercare l’indirizzo esatto e chiedo. I primi prezzi sulle 1000 rupie mi sembrano un poco alti, anche per il fatto che vedo un sacco di ragazzi di ogni nazionalità e mi sembra strano spendano quella cifra. Una coppia di israeliani che fermo a caso mi indicano la GH Getta Cottage con stanze a 300 rupie: è la mia. Ha anche il posto per la moto.

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Per la mia prima cena a Manali scelgo il pollo, il colore rosso è dato dalla salsa in cui viene lasciato a macerare, prima che ve lo cuociano al momento
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Alla sera avevo parlato con dei biker della mia GH, che da una settimana aspettavano a Manali il momento per poter partire per Leh dato che per la pioggia la strada era bloccata e mi avevano detto che potevo andare assieme a loro. Partivano però alle 4 del mattino, per poter essere il prima possibile al primo passo. Io ho deciso che mi serviva almeno un giorno per organizzarmi, ad esempio le taniche piccole da 5 lt per il supplemento di benzina, necessario nel tratto che da Tandi in poi non avrebbe presentato distributori per 376 km. Poi, volevo comunque far dare un’occhiata alla moto e vedere Manali. Inoltre ho capito che non sarebbe stato un problema trovare altri bikers cui accodarsi, fanno tutti così i motociclisti che arrivano a manali se sono da soli.
Vado a letto, anche se in camera non sono proprio da solo, ma insomma
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Venerdì 9 luglio
Mattina in piedi presto e vado al bazar a gironzolare e a vedere di trovare una piccola serie di cose da portare con me

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alla fine compro un poco di verdura che integro con dei noodle presi in un negozio/ristorante vicino alla mia GH

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utilizzo posate “piatto” e bicchiere comprati nella ferramenta al bazar

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poi decido anche di fare il bucato. In viaggio potete ricavare una “lavatrice” semplicemente insaponando gli abiti dentro a un secchio d’acqua e poi usando il piede per meglio strofinare i vestiti: non lo consiglio per le giacche!

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Nel pomeriggio ho visitato un tempio

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e poi ho fatto controllare la moto da un meccanico. A proposito era interessato alla mia guida e anche a lui l’anno prima era capitato un ragazzo che in cambio di una tariffa ridotta gli aveva promesso di citarlo nella Lonely Placet

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per cena, ma secondo voi cosa può esserci di meglio per un Momi che papparsi dei Momo caldi ?

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Conosco dei biker indiani e loro domenica mattina presto partono, va bene anche per me, in fondo un altro giorno a Manali si può fare. Gentilissimi mi hanno subito aiutato a controllare la fornitura dei pezzi di ricambio fornitami a Delhi, così finalmente capisco esattamente cosa ho dietro, visto che non li avevo mai guardati.

Sabato 10 luglio

Al mattino decido di fare un giretto in moto nella direzione del Rothang La (3980 mt), il primo passo che si incontra nella direzione di Leh: sono 39 km, ma voglio solamente fare un giretto, senza arrivare là. Il sedere si è lamentato pesantemente nell’ultimo tratto, la sella fa davvero schifo e quindi compro una di quelle coperte imbottite, che potrebbe anche servire per improvvisare un giaciglio durante il viaggio

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poi nel pomeriggio vado a scoprire un poco la città: è come essere in Tibet

Il monastero tibetano
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Sul muro è scritto quello che sta facendo il governo cinese in Tibet, che in pratica è un genocidio senza spargimento di sangue: portando sempre più cinesi ora i Tibetani sono una minoranza e gradatamente della loro cultura rimarrà solo ciò che il governo centrale deciderà di salvare
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show room in pieno centro di Manali
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Domenica 11 luglio

Levataccia alle 4 e dopo mezz’ora la moto è pronta per la partenza verso Leh
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Manish, uno dei biker indiani con cui viaggerò verso Leh
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iniziano i primi pensieri del tipo “strada di merda”, “ma non potevo andare al mare ?”

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poi a un certo punto vediamo una colonna…una frana blocca la strada e subito stanno arrivando i primi venditori ambulanti
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Khanduri ( altro biker del mio gruppo) si riposa un poco
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niente da fare al pomeriggio stanno ancora lavorando
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autisti e turisti in attesa
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questo era della polizia, ormai siamo diventati amici
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Alla fine torniamo a Manali per passare la notte: in albergo ho una tv a colori che più o meno funziona e guardo la finale dei mondiali.

Lunedì 12
La strada è ancora bloccata, inutile provare ad andare su, tenteremo domani, anche se ogni martedì la strada Manali – Leh è chiusa al traffico per manutenzione, ma dopo così tanti giorni di blocco forse le autorità saranno un poco più elastiche

Al pomeriggio abbiamo fatto un giro in un posto dove si possono fare delle discese in parapendio e altre attività

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torniamo per la notte a Manali…e già meglio controllare un rumorino che sentivo ai freni: niente di che 10 minuti e tutto è a posto

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questi dolci erano spettacolari

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2 dei 5 ragazzi indiani decidono di cambiare itinerario in quanto hanno perso troppo tempo, così siamo in 4 io, Manish, Khanduri e Hashis

martedì 13
Ci alziamo stavolta alle 3 di notte per riuscire ad arrivare al punto della frana tra i primi …la strada non è eccessivamente migliorata e di nuovo mi sciroppo il tratto ultra fangoso: mi sto poi allenando penso

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Allegria, non solo c’è ancora la frana, ma visto che ieri la strada era stata parzialmente liberata un camion della Indian Oil ha tentato di passare e un’altra frana lo ha centrato, così adesso la strada è doppiamente bloccata

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le mie precedenti vacanze in Birmania, Laos, Cambogia, Cina e Giappone mi hanno insegnato che in certi momenti non si può far altro che aspettare e comunque i camionisti indiani sono gentilissimi e ci ospitano dentro le loro cabine ed io ho l’occasione di scoprire un piccolo mondo
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vedete questo è un forellino che va col diesel e che ogni camion ha con sé per preparare da mangiare o il tè, il chati, che in India viene preparato facendo bollire l’acqua cui viene aggiunto il latte liofilizzato e poi il tè

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Il problema è che c’è una compagnia di trasporti che fornisce alla Indian Oil camion e conducenti per il trasporto dei carburanti. Gli autisti però devono provvedere personalmente al mangiare a loro spese, quindi questi giorni di fermo sono una mazzata non retribuita: per darvi un’idea erano già 4 giorni che dormivano nei camion a 3000 mt.
Qualche piccolo furgoncino stracarico di viveri arriva all’inizio della coda per vendere
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Dei camionisti mi hanno insegnato a preparare il tè
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nel pomeriggio arrivano i militari con dei mezzi speciali. La loro prima idea sarebbe di buttare il camion giù dalla montagna e quindi liberare con la solita dinamite la strada e poi far arrivare i bulldozer. A me sembra un’ottima idea, anche per il fatto che questa è l’unica strada fra Manali e Leh e anche solo il blocco del transito dei turisti è un danno economico.
Purtroppo il padrone della compagnia dei trasporti deve essere una persona potente e con molte amicizie: non ne vuole sapere di perdere un camion, quindi i militari lo devono fissare, farlo slittare un poco fuori sulla scarpata, liberare la strada per permettere il passaggio dei mezzi leggeri e poi recuperarlo. Pazzesco

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Gli altri vorrebbero tornare a Manali per la notte, ma io dico che proprio non ci penso e preferisco dormire in una delle cabine dei camion, anche per il fatto che quando la strada era stata liberata parzialmente, prima che la frana colpisse il camion, alcune moto in attesa erano riuscite a passare. E poi che vado a fare a Manali ? Coi camionisti e la gente che aspetta lì si sta benissimo e poi non ho voglia di rifare una terza volta quel tratto di pantano.
Alla fine rimangono anche loro e si aggiungono un biker indiano Roti che fa la guida, una sua amica americana Lua, anche lei in moto e un altro ragazzo cui i due facevano appunto da guide verso Leh
Night party nel camion
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per dormire mi è toccato il posto dell’autista..posso appoggiarmi al volante.
Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo

momi20
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da momi20 » lun mar 14, 2011 7:08 pm

Mercoledì 14

Guardate in che razza di “tende” devono dormire gli operai della manutenzione stradale a 3000 mt: credo davvero che qualche politico indiano dovrebbe vergognarsi. Non credo che comprare qualche tenda sarebbe una spesa insostenibile, che vergogna
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procede il lavoro dei militari
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siesta dopo pranzo
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nel primo pomeriggio iniziano a poter passare alcuni piccoli veicoli e tutti i biker si preparano
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io passo per primo e qui invece è passata Lua
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se colui che tutto sà è può vuole siamo riusciti a superare il primo passo il Rothang La a 3900 mt e festeggiamo in una dhaba tutti assieme. Le Dhaba sono dei piccoli “locali”, delle tende principalmente frequentate da camionisti e viaggiatori, dove con prezzi davvero minimi si trovano pasti caldi, dolci, acqua ecc…

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vi metto la mappa del percorso da Manali a Leh che sono 475 km

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a notte fonda siamo dal classico cartello di Tandi che segnala l’ultimo distributore prima di Leh..una foto qui penso l’abbiano fatta centinaia di biker

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verso le undici arriviamo a Keylong e Roti aveva già prenotato delle camere, cena e poi a letto
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Un paio di video delle puntate precedenti, qui siamo nel tratto di strada bloccato dopo Manali

CODICE http://www.youtube.com/watch?v=P8mR9w4_qc8

La preparazione dei dolci a Manali

CODICE http://www.youtube.com/watch?v=Id1AkXDqI_o


Giovedì 15
Mi alzo presto (ormai l’età si sente) e lascio a dormire il mio compagno di camera e vado a far colazione nella dining room della nostra GH: panorama spettacolare
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voglio tornare indietro a Tandi che è 7 km a sud di Keylong, per fare il pieno e riempire le 2 taniche da 5 lt: da qui a Leh ci sono oltre 370 km e questa è l’ultima stazione di rifornimento. Prima di partire mi fermo ad osservare il lavoro di questi muratori indiani: alcuni spaccano le pietre e poi donne e uomini le portano per costruire un muro. Hanno dei bambini piccoli con loro, immagino che il servizio dell’asilo nido non esista in India, o perlomeno in queste zone. Uno degli addetti alla frantumazione dei blocchi ogni tanto scherza coi bambini.

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partenza, sono solo 7 km….dopo 13 (ecco l’utilità del contachilometri), ragionevole dubbio: dove sto andando ?

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dalla parte sbagliata ovviamente, torno indietro e stavolta imbocco la svolta giusta

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Torno alla GH che gli altri stanno facendo colazione e poi ripartiamo. Io sono in coda e mi fermo per una foto alla città di Keylong
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e poi via di nuovo verso l’ignoto, orizzonti e terre sconosciute…magari la moto non riparte.
Ho premuto il pulsante rosso di emergenza ? No
Benzina ? Appena fatto il pieno
Forse cambiando la candela, chissà. Tiro fuori i ricambi, tolgo il cappellotto , tiro fuori la candela di riserva: mannaggia è diversa…accidenti al noleggiatore. Spingere la moto fino alla città è un problema, visto che avevo attraversato un corso d’acqua profondo. Lasciarla lì coi bagagli non è il caso. Camminare coi bagagli…se proprio non si ferma nessuno.
Un’auto si ferma e gli chiedo se può andare a chiamare un meccanico dicendogli di venire lì. Dopo mezz’ora nulla. Allora fermo una motoretta e davvero la gentilezza è totale. Il signore mi accompagna in città, lasciando sua sorella che aveva in sella a dare un’occhiata alla moto. In venti minuti sono di nuovo lì col meccanico che cambia la candela. Gli faccio vedere la mia di scorta: è la stessa, bastava svitare il coprolino superiore. Capita ad essere ignoranti dal punto di vista meccanico.
Alla fine ho perso un paio di orette, parto sperando di recuperare gli altri del gruppo

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alla fine mi riunisco al gruppo, si erano fermati da una Dhaba per il pranzo

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abitazioni degli operai stradali
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Io riparto per primo, col fatto che mi fermo più spesso degli altri a far foto è meglio che stia davanti

Pausa cricket
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questo sasso si è proprio fermato in mezzo
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questo video da un’idea dei problemi su questa strada..e non è stato nemmeno uno dei passaggi peggiori

CODICE http://www.youtube.com/watch?v=FqR3LcuZUpI

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a un certo punto Lua era un poco in difficoltà essendo caduta in un attraversamento di acqua, allora le ho dato i miei guanti, e poi guardate come le ho risolto il problema delle calze bagnate, visto che lei non le aveva pesanti di ricambio e anche le mie erano bagnate
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ormai col sole calato arriviamo alla località di Bharatpur un gruppo di dhaba e ci sistemiamo in una per la notte
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venerdì 16

partiamo presto con l’intento di provare ad arrivare a Leh. C’è il passo del Lachunglang ( 5016 mt)

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sosta per la colazione e Manish scalda i piedi
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autogrill
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ti pareva che prima del passo non avremmo trovato una frana ?
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fatto sono oltre i 5000 mt, una sciocchezza
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i primi ad essere arrivati siamo stati io e Lua. Mentre aspettiamo gli altri mi inizia a sanguinare il naso: mi ero accorto che le narici si erano completamente seccate all’interno. Questo problema l’ho sempre avuto fin da bambino quando andavo a sciare a Cervinia, però quando arriva anche Roti (la guida) lui può rimanere con Lua ad aspettare gli altri e decidiamo che io è meglio scenda: potrebbero essere anche i sintomi del mal di montagna. Meglio non rischiare. Li aspetterò un 2000 metri più in basso, facendo anche attenzione a non scendere troppo velocemente
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dopo circa un’oretta arrivo da un gruppetto di casette sui due lati della strada, ci sono alcuni ristoranti ed alberghi a conduzione familiare.
Mi fermo prendo una bottiglia d’acqua e del tè e mi siedo ad aspettare gli altri. Improvvisamente riprende a sanguinare in maniera abbastanza copiosa il sangue. Un motociclista mi offre delle salviette, premo la narice, ma non si ferma del tutto. Non posso poi fare altro che continuare e vedere se trovo un posto dove farmi visitare. In una qualche maniera con gli altri ci rivedremo a Leh. Non ho maniera di avvisarli, in quanto nella zona del Jammu-Kashmir i cellulari stranieri a scheda non funzionano. Avevo pensato a comprare una scheda locale, ma poi mi avevano spiegato che non avrei comunque potuto inviare sms in Italia, ma solo comunicare con telefoni della regione.
Il fatto è che fino a leh non c’erano più possibilità di alloggio in quanto tutti i centri abitati erano delle basi militari, con posti dove mangiare, ma non per dormire.

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Poi attraversando una di queste cittadine/basi credo Khorn vedo il simbolo della croce rossa: è un ‘ospedale militare e perché poi non provare ?
Entro con la moto, parcheggio e poi vado all’accettazione e spiego il mio problema. Mi dicono di aspettare che arriva l’ufficiale medico. Dopo mezz’ora un tenente medico mi visita, conferma che non è mal di montagna, ma che la disidratazione all’interno delle narici è un problema comune a quelle altitudini. Mi da anche le medicine e la ricetta per prendere altre cose a Leh: purtroppo se voglio un letto devo arrivare là. Quanto devo ? Niente, felici di avermi aiutato.
La ricetta della visita
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poi devo ripartire e in un modo o l’altro arrivare a Leh. Lungo la strada accompagno anche per alcuni km un monaco che aveva bisogno di un passaggio. Arrivo a Leh che son le nove di sera, buio e senza bene idea di come sia disposta la città. Salendo a un certo punto passo una specie di grande porta e ritengo di essere nella città vecchia, poi qualche luce e incredibilmente un’agenzia di viaggi aperta: parleranno bene inglese. Entro e già che ci sono gli chiedo anche per il permesso per il passo del Khardung La il più alto uno dei punti in cui mi ero prefissato di arrivare. Per arrivarci bisogna chiedere un permesso speciale. Ci vediamo poi domani e il titolare mi fa accompagnare da una GH lì vicino.
Mi danno la camera, anche per il fatto che ci sono solo io, non vengono molti turisti stranieri qui mi dice la signora che gestisce il posto.
Butto la roba come capita per terra
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poi esco in moto per cercare qualcosa da mangiare. Nella strada di prima è quasi tutto chiuso, solo un negozietto aperto. Il giorno dopo capisco che ero vicino alla città nuova dove con la presenza dei turisti non avrei avuto problemi, ma vallo a sapere. Entro nel negozio e da mangiare hanno solo delle confezioni di patatine: ne prendo una. Vedo dei succhi di frutta: bottiglia da un litro e mezzo. Avevo con me dei biscotti e del muesli, ma non mi andava. In camera divoro le patatine e bevo d’un fiato il succo di frutta, combinazione micidiale. Dopo nemmeno mezz’ora che ero andato a letto mi sveglio e mi salva il fatto che ho il bagno in camera: le cascate del Niagara. Ok visto il menù era prevedibile. Almeno mi sono svuotato: errore. Arriverò al mattino con altre 5 volate in bagno. Penso che comunque mi accadrebbe anche in Italia con una cena del genere.

Sabato 17
L’aspetto della mia camera non è migliorato molto anche dopo il mio risveglio
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Devo anche pensare a comprare dei pantaloni antiacqua: i miei si sono strappati. La strada della mia GH è molto animata, ripasso dall’agenzia e mi faccio dire cosa serve per chiedere il permesso, poi compro dei pantaloni che tanto antipioggia mi sa non sono, ma almeno serviranno contro il vento assieme ai miei jeans
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poi la colazione, con la mappa della città della mia guida arrivo nella nuova Leh e finalmente capisco come è fatta la città, in alto si vede il Leh Palace una replica in piccolo del Potala di Lasha in Tibet
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per le stradine della città stanno sfornando vari tipi di pane

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non di solo pane vive l’uomo hanno detto una volta

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CODICE http://www.youtube.com/watch?v=AW2kB5uNOt0

Pane e formaggio a pranzo sulla veranda della mia camera

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nel pomeriggio mentre vado al distributore vedo per strada Manish, Khandori e Hashis: io spiego che non ho potuto aspettarli, ma loro hanno dormito prima di Leh, in quanto il ragazzo cui Roti e Lua stavano facendo da guida, aveva forato sul Tanglang La e avevano dovuto smontare la ruota, scendere fino da un meccanico, ripararla, tornare in cima e rimontarla. Roti e Lua avevano già l’albergo prenotato, ma per 250 rupie a testa scelgono anche loro la mia GH.
Verso sera ci ritroviamo tutti assieme e decido anch’io di fare il permesso per il Khardung La e la Numbra Valley assieme a loro:l’agenzia ce lo consegna a mezzogiorno domani. Al massimo invece che 3 starò 2 giorni nella Numbra Valley…è ormai una settimana che ho rinunciato a stilare una tabella di marcia: è inutile.
Andiamo poi in una specie di bar all’aperto a Manali nuova a bere qualcosa
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Domenica 17
Mi alzo presto, nemmeno le sei di mattina, perché voglio andare a vedere nel viale principale della nuova città l’arrivo delle donne che vendono frutta e verdura sedute sul bordo del marciapiede, le avevo viste il giorno prima nel pomeriggio e ho immaginato arrivassero nella prima mattinata
A dire il vero arrivo anche prima, per strada non c’è quasi nessuno

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a parte un gruppo di persone davanti alla moschea in fondo alla strada
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voglio capire chi sono, anche se immagino siano persone che lavorano alla manutenzione stradale. Non è facile, nessuno parla inglese, poi col frasario riesco a far leggere la parola lavoro e mimando un poco alla fine ci salto fuori. Stanno aspettando i camion che li porteranno al lavoro
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torno sulla strada principale
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arrivano le fruttivendole
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al pomeriggio cambiano tutti lato della strada per rimanere all’ombra, infatti ineri le avevo viste dall’altra parte

la porta dell’ingresso alla città vecchia

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CODICE http://www.youtube.com/watch?v=x9e0aap7suI

pranzo al ristorante con gli altri: incredibile anche i tovaglioli

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i permessi proprio a mezzogiorno non sono pronti, giretto per le bancarelle lì vicino
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mentre riprendevo questa bimba, mi muovevo lateralmente da una parte all’altra e lei mi seguiva ripetendo i miei movimenti

CODICE http://www.youtube.com/watch?v=EHpJI0EM8SA

Oggi è domenica, problemi, file, l’ufficio è mezzo aperto e mezzo chiuso…alla fine niente da fare per i permessi, domani: vabbè pazienza.
Locale vincente non si cambia
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lunedì 19

Al mattino accompagno gli altri dal meccanico. Lua aveva tamponato Roti abbastanza in velocità e quindi le due moto sono un poco ammaccate: gli altri le fanno controllare
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io posso andare all’agenzia per vedere di avere i permessi subito, aveva parlato delle 10.
Foto storica: alle 14.00 il permesso è pronto.
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Ormai ho perso un poco di tempo per questo permesso e quindi decido di partire da solo, arrivare al Khardung La che dista solo 39 km e tornare a dormire a Leh. Devo anche pensare ad arrivare a Srinagar e Jaipur e Agra e il Taj Mahal: non posso rimanere 3 giorni nella Numbra Valley come avevo pensato. Mi metto d’accordo con gli altri e ci salutiamo: torno alla GH scarico la moto e gli comunico che mi fermo a dormire lì per la notte. Mi prendo un paio di giorni per andare da Leh a Srinagar. Fra andare e tornare dal passo arriverei in città verso tardo pomeriggio, non avrebbe senso partire.
Via con la visiera aperta e il cielo splendente
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dopo 8 km tutti fermi…toh una frana…mi pareva strano. La cosa confortante è che gli operai hanno lavorato tutta la notte, in quanto domani arriva nella Numbra Valley il Dalai Lama in persona e quindi assolutamente bisogna riuscire a far ripartire il traffico

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Esattamente dopo nemmeno un’ora, come aveva detto un poliziotto si può ripartire e mentre salgo non scatto tante foto, voglio proprio godermi il momento dell’arrivo, le farò poi scendendo

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Alla fine ci arrivo anch’io a questo benedetto passo che è il più alto carrozzabile al mondo per gli indiani, ma non in assoluto il più alto, ma gli altri non si possono percorrere con ogni veicolo…ma chi se ne frega. C’è anche gente arrivata in mountain bike, moto, auto pulman suv, ma ci sono anch’io.
Nulla di epico o estremo, ma sono davvero molto contento di aver portato la mia Enfield fin qui

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Inizio il ritorno a Leh, prendendomi il tempo necessario per le foto, tanto ormai riesco ad accendere la moto anche da seduto e quindi non devo spegnere, scendere mettere sul cavalletto: incredibile, ho imparato in soli 12 giorni.

Questi hanno fatto più fatica di me
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dei segnali stradali !!!!!!!!!!!!!!!!!
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sono rientrato a Leh che era di nuovo disponibile la benzina ai distributori ( mi viene in mente l’Uzbekistan), un po’ di coda, ma le moto le servono più frequentemente delle auto
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visto che c’era ancora luce, sono andato nei violetti della città a vedere se sarebbe stato possibile riparare la lampo della mia antivento arancione e il sarto mi dice che non ci sono problemi, solo di rimanere un attimo a guardargli il negozio, mentre lui andava a cercare la lampo adatta

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la mia ultima cena a Leh, domani si va a Srinagar
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martedì 20 luglio

parto al mattino presto per Srinagar, sono 423 km e sicuramente non è possibile farli in un giorno, capirai se non capita almeno una piccola frana, inoltre so che c’è anche un punto in cui bisogna registrarsi, un tratto in cui il traffico va a senso alternato al mattino e al pomeriggio, insomma mi prendo già 2 giorni

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inizialmente la strada è nuova di zecca

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non c’è poi tanto affollamento lungo questa strada e mi fermo per una foto
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poi riparto e sento la pedivella dell’avviamento che vola via: mi chino e non la vedo ! Alla faccia del colui che tutto sà è può del fanale, penso dentro di me. Poi scendo e vedo che è finita sotto alla moto. Stranamente non inizio a piangere disperatamente che è sempre la mia prima reazione istintiva quando accade qualcosa d’imprevisto con la moto. Impossibile che l’abbia spezzata: infatti si è solo sfilata. Tiro fuori gli attrezzi e prima di aprire il sacchetto con le chiavi e cacciaviti tocco la scritta sul fanale. Evviva fra le 5 chiavi inglesi a mia disposizione c’è anche quella che serva per i bulloni che tenevano ferma la pedivella. Incredibile riesco a ripartire.

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come sosta lungo la strada ho fatto una deviazione per Alchi, circa 69 km a ovest di leh, per visitare l’Alchi Choskor uno dei più famosi monumenti buddisti, i templi detti Gompa, presenti in Tibet, Nepal, Ladakh e Bhutan

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ohhh finalmente una frana che ostruisce la strada, iniziavo a sentirne la mancanza
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questo gruppo di australiani aveva come capogruppo una donna e il loro itinerario prevedeva Manali-Leh-Srinagar e poi rientro in aereo…loro viaggiavano senza bagaglio, perché avevano macchina d’appoggio e meccanici al seguito
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questi invece sono di Bologna, se qualcuno li riconosce
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autogrill
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evviva, vedo Kargil
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porca boia ancora problemi stradali
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da un poco sto facendo un poco fatica a cambiare e così cerco subito un meccanico, da dormire lo troverò poi dopo. Il problema è dato dal fatto che ho rotto il filo della frizione, ma ho il ricambio con me. Inconveniente che mi sembra più che normale: nei tratti fangosi e con l’acqua nei giorni scorsi ho usato in maniera smodata la frizione
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trovo da dormire alla Paradise Guest House in Hospital Road, infatti di fronte ho l’ingresso dell’ospedale e capisco il perché di tutte le farmacie che avevo visto lungo la strada
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la stanza e il parcheggio
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ho la stanza, il parcheggio, il pieno e la moto sistemata, cosa volere di più ? Scartata l’ipotesi dell’amaro Lucano cerco un posto per la cena e scelgo questo albergo/ristorante sulla via centrale di Kargil
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il cuoco
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la cena
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mercoledì 21

solita routine mattutina, mi alzo, bagno porto giù i bagagli, carico la moto, batteria ok, gomma forata…ma ti pareva ? La volta che la metto in una specie di parcheggio semi custodito, alè. Memore delle indicazioni ricevute a Delhi, tiro fuori la pompa a pedale e gonfio un poco la ruota. Carico tutto e pian pianino torno dal meccanico, del resto sono le 6,40 del mattino.
Ovviamente è tutto chiuso, ma il meccanico è proprio vicino all’hotel dove ha soggiornato il gruppo degli australiani. Sono le sette e tutte le moto sono parcheggiate nel piazzale dell’hotel…metto anche la mia per uno scatto

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i meccanici stanno accendendo una ad una le moto: gli chiedo come mai. Così quando i motociclisti hanno finito la colazione le moto sono già calde ! per curiosità chiedo al capomeccanico quanto costa a persona un viaggio organizzato così: mi dice che non lo sa, ma che solo per il noleggio della moto pagano 1100 rupie al giorno, il doppio del mio.
Prima della partenza per la tappa giornaliera meeting davanti all’albergo per spiegare la tappa e i punti di sosta previsti per le foto

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qualche motociclista ha addirittura dei contenitori di plastica riempiti d’acqua, fissati alla schiena e con un tubo di gomma, per poter bere senza togliere il casco, per evitare il problema della disidratazione a quelle quote: ecco questo mi è sembrato un poco esagerato. Tutti comunque tirano degli accidenti irripetibili alle Royal Enfield
Finalmente apre il meccanico
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lui però può solo smontare la ruota e mi manda con quella 50 mt più avanti dal gommista
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gli do la camera d’aria di scorta (il mio kit è davvero completo) e poi penso che come 2 anni fa in Kirghigistan terrò quella riparata di scorta. Quando l’ha tirata fuori il gommista inizia a tagliare la parte di camera d’aria della valvola. Strano penso, il buco non era lì. Poi continua con le forbici e taglia tutta la camera d’arialungo il bordo interno. Alla fine è chiaro: lui non può riparare le camere d’aria e quindi infilerà in quella tagliata la mia di riserva, poi le infilerà entrambe nel pneumatico, in modo da proteggere la camera d’aria nuova.
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torno dal meccanico con la ruota, la monto e parto verso le 9,30, non ho nemmeno poi perso troppo tempo, quasi un cambio gomme da GP.

Ogni tanto qualche problema capita anche agli altri
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Quando mi sono fermato un attimo gli operai hanno insistito per farsi fotografare e poi mi hanno offerto uno spettacolo buttando benzina sul fuoco che preparava il catrame per la strada
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poi raggiungo il passo dello Zoij La ( 3528 mt…ho trovato scritto così su internet) dove avevo letto che il traffico era regolato a senso alternato nelle 2 direzioni dalle 7 alle 14 e dalle 14 alle 7. La regola però riguarda solo i mezzi pesanti, gli altri possono girare sempre: l’ho poi imparato lì
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inizia a spiovviginare mentre compilo il documento d’ingresso nella zona, riparto e alla fine l’acqua viene giù abbastanza forte: sosta per indossare la mia antipioggia
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un’altra frana, tanto per non perdere l’abitudine
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arrivo a Srinagar sotto un diluvio e avverto i ranocchi dentro ai miei scarponi: come mi aveva detto un’autista a Leh, la città è sotto un coprifuoco di 24h/24h, per le proteste sono già morte diverse persone, ma è bloccato solo l’accesso alla città. C’è una strada che le gira attorno e che poi porta a sud, costeggiando il Dal Lake. Sulla terraferma è pieno di alberghi e negozi di souvenir, mentre sulla parte del lago si vedono le house boat, case galleggianti trasformate in Guest House. Per andarci dovrei parcheggiare la moto, tirare giù i bagagli, caricare il tutto su una delle piccole imbarcazioni ancorate, attraversare lo specchio d’acqua e andare nella House Boat. Ci penso un’attimo e mi viene in mente che da bambino sono andato per anni con mio papà e i miei zii in una casa di legno coi pali di sostegno nell’acqua del fiume Po, nel ferrarese. Si andava a pescare e c’era una rete che andava da parte a parte della riva azionata da un motore e un barcone piatto con un motore fuoribordo. La notte c’erano i letti a castello di legno dentro la casa per dormire. Non vale la pena, almeno adesso visto che sono quasi le sei. Alle persone che mi offrono house boat ecc, dico che voglio un’albergo, massimo 250 rupie: trovato subito, mi do da fare per asciugare i vestiti.
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Sono completamente zuppo, ma dopo aver adeguatamente sistemato i vestiti sulla ventola, vado una mezz’oretta nell’internet point dell’albergo e poi esco a vedere la riva del Dal lake al di là del quale c’è la città di Srinagar
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con queste imbarcazioni si raggiungono via acqua le houseboat oppure si naviga sul lago.
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per cena pesce
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da qui non si ha la minima percezione di quello che sta succedendo in città. Il Kashmir è al centro delle contese fra India e Pakistan fin dal 1947 ed a oggi sono state sostenute ben 4 guerre dai due stati. Supportando il separatismo kashmiro, il Pakistan obbliga l’India a mantenere nel territorio una parte consistente del suo esercito, che è meglio attrezzato e numeroso di quello pakistano. Alla fine però fra le vittime di questa situazione, anche una donna di Srinagar, colpita da un proiettile vagante nella sua abitazione. Resto dell’idea che anche quando ci sono ottime ragioni per scagliare delle pietre, così facendo torna indietro solo della violenza. Una volta Gandhi disse in una intervista che a chi credeva nella dottrina della non-violenza era chiesto molto di più che a un soldato, perché dovevi essere disposto a combattere ed anche morire per la tua causa, ma senza colpire il tuo avversario.

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giovedì 22
Continua la pioggia: mi servono degli stivali di gomma, ma tutti i negozi della città sono chiusi (non potrei andarci comunque) e i negozi sulla riva del lago vendono solo souvenir. Riesco ad accordarmi con un conducente di tuk tuk che mi porta a casa sua e mi vende quelli di suo fratello.
Torno all’hotel, carico la moto e parto per Jammu City
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non è che si faccia prestissimo a liberare la strada col martello a mano
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in questo periodo manifestazioni, processioni e pellegrinaggi a carattere religioso sono frequentissimi, coi fedeli che si spostano in massa
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bufali on the street
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stavo facendo un poco fatica a far entrare la folle, quindi sosta da un meccanico col cartello Royal Enfield: alla fine ha ritagliato con le forbici un rettangolo di lamierino e poi ha spessorato l’innesto del pedale frizione
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arrivo tardi a Jammu City e mi ritrovo nella città vecchia: vedo delle bancarelle con del cibo. La camera la trovo poi dopo, ci ho messo quasi 10 ore per 292 km e ho proprio fame.
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questa ho visto che la bevevo parecchia gente e così l’ho presa anch’io
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una foto notturna al Raghunath Temple, uno dei più grandi dell’India del Nord
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la chiusura per la notte della porta principale del mio albergo
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Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo

momi20
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da momi20 » lun mar 14, 2011 7:09 pm

venerdì 23

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colazione, sono già le 6.30
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vado al tempio a piedi, purtroppo non si può portare dentro la macchina fotografica
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poi devo partire per Amritsar e cercare di arrivare in tempo per arrivare prima del tramonto a Wagah, l’unico punto di confine aperto tra India e Pakistan e dove ogni sera si svolge la cerimonia di chiusura della frontiera, che richiama grandi folle sui due lati confinanti dei paesi.

Finalmente una statua di Gandhi
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foto di gruppo durante la sosta tè
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alle 2 del pomeriggio riesco ad arrivare ad Amritsar, seguo le indicazioni per il monumento principale, il Golden Temple e poi arrivo alla stazione degli autobus, che dista poco più di un km.
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nell’hotel vedo che il prezzo per una camera senza a/c è di 600 rupie, così dice il cartello della reception. Quando mi chiedono che stanza voglio, la chiedo senza a/c, cioè con la ventola, ma chiedo il prezzo. Mi dice 400, già meglio. La prendo e un ragazzo mi accompagna al mio piano in ascensore e poi mi chiede se sono di Calcutta o Bombay: gli dico che vengo dall’Italia. Lui insiste: “Si ma dove sei nato, Calcutta o Bombay ?” No sono italiano al 100%. Mi guarda sorpreso e mi dice che bisogna fare tutta la registrazione del passaporto, lo so lo so.
Parto appena appoggiati i bagagli, Wagah è ad appena una trentina di km dalla città. Arrivo e noto subito tantissimi pulman: sono indiani venuti ad assistere alla cerimonia della chiusura della frontiera. Non si paga nulla per assistere alla cerimonia e bisogna solo darsi da fare per trovare posto a sedere. Ci sono vicino al cancello che divide i 2 paesi dei posti riservati ai turisti, ma io decido di vedermela in mezzo agli “ultras” indiani, sono un poco più lontano ma fa lo stesso. Un massacro, oltre 2 ore con un caldo infernale. In pratica per tutto il tempo una specie di vocalist locale con un microfono incita con ritornelli la folla che ripete entusiasta. Finita la cerimonia ho capito che è una specie di star, la gente passa a salutarlo e lo vuole assolutamente fotografare…dall’altra parte accade la stessa cosa con un vocalist pakistano. Prima fanno correre le donne presenti a coppie, con la bandiera indiana, per il viale che porta al cancello di frontiera, poi inizia tutto un cerimoniale con soldati che marciano verso il cancello, intonano canti nella più totale assordante bolgia di accompagnamento del pubblico, che va letteralmente in delirio.

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quello con la camicia blu è il vocalist indiano
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finita la cerimonia si può andare lungo il vialetto per avvicinarsi a fotografare il cancello
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la foto forse non rende, ma la soldatessa era davvero carina
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dalla mia posizione non era facile fare un video che rendesse bene l’idea della cerimonia, vi metto questo che ho trovato in rete della BBC

www.youtube.com/watch?v=NC9NeJh1NhI [video=youtube;Id1AkXDqI_o]http://www.youtube.com/watch?v=Id1AkXDqI_o[/video]

alla fine prima di andarmene ho comprato alcune copie del dvd ufficiale sulla cerimonia…ahh si la maglietta è color grigio chiaro, le parti scure sono quelle sudate
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belli questi ghiaccioli indiani
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alla sera sono nuovamente ad Amritsar e vado a mangiare qualcosa nella zona del Golden Temple. Parcheggio la moto in una zona obbligata. Quando la vado a riprendere non parte. Sono stanco e mi innervosisco “Ma che c…. hai adesso maledetta moto?”. Purtroppo mi scappa un cazzotto sul serbatoio: si piega un poco. Chiedo immediatamente scusa a tutte le divinità del paese e un’addetto del parcheggio viene da me e me la accende. Sono un cretino stanco

sabato 24
Solita sveglia verso le 6,30 e subito al Golden Temple. La città di Amritsar è la capitale della religione sikh e il Tempio d’Oro è per questi fedeli l’equivalente della Mecca per i musulmani.

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il Golden Temple
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all’entrata si depositano scarpe e zaini, ma si può portare dentro il marsupio: ci stanno macchina fotografica e guida, uno dei vantaggi delle ridotte dimensioni della Footprint. Ti offrono l’acqua e per entrare devi coprirti il capo con una bandana. La gente che esce le lascia in cestini appositi e tu ne puoi prendere una.
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ecco questa è una foto importante, per il fatto che a volte una distrazione può rovinarti la giornata o parte della vacanza. Stupidamente mi fido troppo del mio gorilla pod e fisso la macchina fotografica ad una ringhiera. Autoscatto, corro a mettermi in posa, lampeggino, scatto. Fatta. Vedo la macchina che si inclina e cade a terra. Ovviamente la prendo e si è bloccata con l’obiettivo fuori.
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Tolgo e reinserisco la batteria, la macchina si accende per un attimo e poi si spegne. Niente da fare. E io stavolta, non so perché non ho portato con me la macchina di scorta, la mia piccola HP da 4 megapixel. Poi in un’attimo penso al fatto se ciò fosse accaduto sulle zone montuose. Un disastro. Prendo la guida e vedo che c’è scritto Amritsar pop. 976.000. Possibile che in una città con quasi un milione di abitanti non sia possibile riparare una macchina fotografica ? Alla brutta ne comprerò un’altra economica. In viaggio sempre la macchina fotografica di scorta, specialmente se si viaggia da soli, piuttosto si lascia a casa un maglione.

Esco velocemente dal tempio, ora la priorità eè la macchina fotografica. Da un negozio fuori di macchine fotografiche, mi danno l’indirizzo di un negozio in grado di ripararla. Prendo un tuk tuk per andarci, visto che sono venuto a piedi al tempio. Arrivo sul posto, che poi è una bottega in un mercato coperto, ma il proprietario mi dice che al 99% dovrebbe essere in grado di ripararla. Nel caso non ci riesca, mi faccio spiegare dove andare a vedere una macchina fotografica. Nel vicino bazar ci sono dei negozi, ma i prezzi non sono poi molto abbordabili. Ci vogliono dai 90€ in su per trovare una macchina con almeno uno zoom da 4x in su.
Intanto mi viene in mente che devo anche fare il cambio completo dell’olio nella moto, visto che sono arrivato ai 3000 km.
La macchina verrà pronta per le 18,00, non prima. Torno all’albergo, e vado con la moto dal concessionario Enfield della città. Anche la moto viene pronta nel pomeriggio. Devo comunque dormire qui. Riesco a comprare una specie di attaccatutto, tipo Loctite in monodose e rientro in albergo verso mezzogiorno. Riparo la tuta antipioggia che si era strappata nei pantaloni e il posteriore del telefonino fracassato dall’ennesima caduta.
Verso le 3 torno dal concessionario e aspetto leggendo e scrivendo la moto, che viene pronta alle 5. Torno dal fotografo e mi si apre il cuore: l’ha riparata, come nuova. 30 €.
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Decido di tornare al Golden Temple per guardarlo di sera, poi mi ricordo che avevo letto un’altra cosa su Amritsar: il massacro al Jallianwala Bagh, un parco dove il 13 aprile del 1919, durante un festival religioso, il comandante di brigata inglese Reginald Dyer, fece aprire il fuoco sui civili ordinando di colpire per uccidere. Alla fine morirono 379 persone e oltre 1100 rimasero ferite. Il parco è ora un mausoleo commemorativo con una fiamma perenne. In un punto esiste ancora il muro originale coi fori del proiettile. Il tutto perché vigeva una norma che vietava gli assembramenti. Altra cosa agghiacciante il parco ha una sola entrata: bloccando quella i militari inglesi non lasciarono scampo ai civili.

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poi torno al Golden Temple, per vederlo alla sera
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ogni giorno a pranzo e cena una massa di volontari serve da mangiare gratis ai pellegrini. Io decido di mangiare lì , lasciando però un’offerta in denaro. Non mi sembra corretto mangiare senza dare nulla
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la pulitura dei piatti
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non perdono tempo
www.youtube.com/watch?v=DLV5RT1YwRk

[video=youtube;DLV5RT1YwRk]http://www.youtube.com/watch?v=DLV5RT1YwRk[/video]

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25 luglio domenica

Parto da Amritsar, senza un’idea precisa di dove poter arrivare: troppe incognite, strade, bufali, uomini, camion processioni…ahh si magari un qualcosa alla moto. Alla fine però riuscirò a stabilire il mio record di tappa con 550 km

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sosta dovuta in un paese col nome della celebre tigre di Mogli, il ragazzo della giungla
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non è facile fare delle foto da soli
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casello autostradale, però le moto non pagano mai in India
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quello seduto doveva essere una specie di piccolo boss locale del paesino: tutti lo salutavano, gli passavano dei soldi, gli hanno portato la sedia, insomma le solite cose del mondo
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entro nel Rajastan
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caldo micidiale, tengo la maglia a maniche lunghe giusto per non ustionarmi. Bevanda dalla canna da zucchero, buonissima
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oops non si può mai sapere
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mi fermo in un paesino per bere e mangiare qualcosa e vengo avvicinato da un giornalista. Io mi ero incuriosito per via di una massa di gente davanti a un edificio e il giornalista mi spiega che la gente sta pregando per la pioggia. Poiché io ne ho beccata durante la giornata e ho anche visto una città mezza sommersa gli chiedo come mai. Mi spiega che per il cotone serve molta più acqua delle normali precipitazioni.
Foto di rito nel suo ufficio e poi mi accompagna dentro al tempio per il pranzo
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poi riparto, sinceramente non so nemmeno di preciso dove sono: guiderò fino a che c’è luce
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qui ho schiacciato un pisolino
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mentre faccio il pieno il benzinaio mi fa notare che da una delle due grosse viti superiori della sospensione anteriore sta uscendo dell’olio. Niente meccanico, ma vedo un meccanico da trattori: avrà bene un grosso cacciavite: 20 rupie e problema risolto
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il monsone fa sentire la sua voce
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arrivo a Bikaner col tramonto inoltrato: mi affianca un motociclista e mi dice che ha una stanza per 200 rupie: perfetto è la mia, anche vicino al castello di Bikaner. Si trova in una casa privata.

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la stanza migliore della vacanza
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esco giusto per mangiare qualcosa e trovo un ristorantino davvero ok
uno dei due piatti, credo quello di dx è a base di formaggio: shahi paneer, penso
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lunedì 26
Oggi ho in mente di andare a Deshnok (30 km a sud) di Bikaner) per visitare il Karni Mata, il tempio dedicato ai topi e poi proseguire per Kakoo (altri 40 km sempre a sud), da dove si parte per esplorare il deserto del Rajastan, quindi rientrare a Bikaner per visitare il forte con la luce del tardo pomeriggio.
Ora il Tempio dei Topi meriterebbe una visita anche senza la presenza degli animaletti. Comunque non aspettatevi di camminare su tappeti viventi di topi: qua e là ce ne sono. Poi può anche darsi che nei periodi turistici più spinti un poco di mangiare saggiamente posizionato accresca la presenza all’aperto dei roditori.

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il tempio
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con sprezzo del pericolo scatto una foto ai roditori anche con la macchina fotografica di una turista spagnola che non si attentava ad avvicinarsi troppo.

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c’era anche un piccolo gruppo musicale all’interno del tempio

http://www.youtube.com/watch?v=M52GexES844

i famelici roditori

http://www.youtube.com/watch?v=h-KFYwnZUWY

riparto per Kakoo e il paesaggio inizia decisamente a cambiare e a diventare desertico. Decido di proseguire un poco oltre il paese
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di questi gruppi di abitazioni ne ho visti ormai parecchi e mi fermo per andarne a vedere uno
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stanno arando col dromedario, è una famiglia e mi fanno visitare la loro abitazione
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sulla strada avevo visto un’edifico che era la scuola e parecchi ragazzi che con lo zaino rientravano a casa. Mi torna in mente quando mio papà mi raccontava che lui per andare a scuola alle elementari, abitando in campagna, scarpinava per quasi 10 km.

Torno a Kakoo e assisto ad una scena impressionante, che non sono riuscito a riprendere: ero sulla moto e con la macchina fotografica nella tasca. Dei cani, taglia non grossa, improvvisamente assalgono una capra, staccandole a morsi dei pezzi di carne. L’animale scappa viene rincorso, morso nuovamente, ma alla fine riesce a rientrare sanguinante nel cortile della sua casa: questa è una delle mie paure perenni in questi paesi, oppure in Cina o nell’Asia centrale, quando ad esempio viene buio e noti cani ovunque.

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Ormai è l’una mi fermo a mangiare in uno dei tanti punti sosta che si possono incontrare lungo la strada: sono spettacolari perché hanno delle brandine su cui stendersi per riposare
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Rientro a Bikaner per visitare il Junagarh Fort la cui costruzione iniziò nel 1558: si tratta di uno dei più begli esempi nel Rajasthan del contrasto fra un’architettura militare esterna di tipo medioevale e delle meravigliose decorazioni interne.

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il capo non se la doveva poi passare maluccio
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questa foto è dedicata a tutte le famiglie italiane che pensano che con dei ba,bini piccoli non ci si possa spostare (è una coppia francese)
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non mi ricordo per quale motivo questo aereo francese sia finito in questa sala di esposizione all’interno del castello, ho letto distrattamente la targa
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Verso fine pomeriggio sono tornato da un edificio che era lungo la strada per la mia Guest House. A proposito mi è venuto in mente che avevo il biglietto del posto: se capitate a Bikaner andate a occhi chiusi

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questo è l’edifico in questione, solo che quando ci ero passato al mattino era tutto deserto, mentre adesso brulicava di persone
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poi c’era una zona piena di banchetti con persone che scrivevano a macchina, fogli di carta carbone: alla fine ho capito. Si tratta del tribunale e fuori la gente preparava le copie degli atti da presentare dentro in aula
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alla sera ho ripetuto la puntata al ristorante della sera prima e poi mi sono concesso nuovamente un dolce da questo carretto che era squisito: una specie di zuppa inglese col ghiaccio tritato: ho scritto la pronuncia, ma non conosco l’esatta scrittura: RABRI
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partita di volley giocata con un colpo un poco particolare dato al pallone con gli avambracci uniti

http://www.youtube.com/watch?v=BQQapL55Lws

martedì 27 luglio

Partenza verso Jaipur

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erano in preghiera da questo tempio e mi hanno offerto del dolce e regalato un braccialetto di fili intrecciati che ho ancora al polso: quello col vestito rosso ha detto che portava fortuna. Adesso avevo il trittico: la collana di pelo, la scritta sul fanale e il bracciale. Ero abbastanza protetto da poter sputare sul muso a un gatto nero.
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arrivo a Jaipur nel pomeriggio e la guida indicava un paio di posti da dormire da poco su M.I. Road, una delle strade principali, infatti me la sanno indicare tutti. Poi colpo di fortuna, vedo le indicazioni dell’ufficio del turismo.
Mi danno la mappa della città e un’indirizzo lì vicino: la Ever Green Guest House. Vado subito ad appoggiare i bagagli: vorrei solo fare un giretto per la città alla sera e prendermi tutta la giornata di domani per visitarla al meglio. Dopo avevo pensato di dirigermi alla Sariska Tiger Riserve, uno dei pochi parchi naturali aperti in India in questo periodo, passare una notte e arrivare giovedì 29 ad Agra. Usare tutto venerdì 30 per il Taj Mahal e il forte e rientrare a Delhiper la sera di sabato 31. In questo modo avrei avuto a disposizione la moto domenica 1 agosto per girare delhi su due ruote, anche per il fatto che alle tre e mezza del 2 agosto avrei avuto il volo del rientro.
Non c’è che dire una tabella di marcia perfetta. Faccio la doccia e mi prendo una mezz’oretta per riposarmi e leggere la guida. Casualmente leggo anche qualcosa del Taj Mahal, orari di apertura, meglio quindi arrivarci al mattino, aperto Sat-Thu eccetera…. Cosa ? Non vorrà mica dire che è aperto da sabato a giovedì e quindi chiuso proprio nel giorno in cui avevo pensato di andarci io, venerdì ? Ma dai è un’errore, non mi sembra che San Pietro a Roma abbia un giorno di chiusura (credo). Vado all’internet point della GH e…infatti chiuso al venerdì. Non mi fido a visitarlo al sabato e tenere un solo giorno per rientrare a Delhi. Il bello degli itinerari che di solito preparo è che posso poi sempre cambiarli. Taglio un poco Jaipur, vado prima ad Agra e poi alla Sarissa Tiger Riserve: fatto, emergenza risolta. Capitan Spiff è salvo
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La città di Jaipur ( che significa Città della Vittoria) è interessante in quanto ha conservato le vecchie mura di cinta con le porte di entrata: di moto ne ho fatta abbastanza, gambe in spalla e pedalare.

Una partita di calcio

http://www.youtube.com/watch?v=TVMXaCNuVvQ

le porte della città
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la zona del bazar
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in camera decido di alzarmi molto presto, andare a visitare solo il Nahargarh Fort su una collina da cui si dovrebbe avere una bellissima vista della città.

Mercoledì 28 luglio
Mi sveglio alle 5,30, lascio i bagagli in uno sgabuzzino della reception e vado sperando almeno di non beccare la pioggia.

Il centro di Jaipur
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inizia la collina
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arrivo così presto che precedo gli addetti alla visita del forte: ma tanto è aperto e quindi entro con la moto
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questo palazzo mi sarebbe piaciuto tantissimo visitarlo, ma purtroppo non ho tempo
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alè, carico tutto e partenza verso Agra: sono le 10 del mattino
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arrivo ad Agra nel primo pomeriggio e colpo di fortuna: l’ufficio turistico. Perfetto, mi danno le indicazioni per una via lì vicino dove sapevo esserci dei meccanici per la moto, ma posso trovare anche degli alberghi economici. Vado subito dal meccanico perché ho un poco di perdita di olio. Bisogna cambiare una guarnizione e poi si è anche fulminata la luce dell’anabbagliante e preferisco avere tutto a posto, specialmente di notte.
Trovo subito la strada e il meccanico
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mi dice che me la può ridare non prima delle sette. Sono poco più delle tre: va bene, prendo solo la moto per portare i bagagli in albergo poi torno. Gli chiedo qual è un posto da non spendere troppo e mi da il nome di una GH lungo la strada. 300 mt e ci sono davanti e vedo un gran cartello dipinto che recita: This place is reccomended by Lonely Placet and Routard. Addirittura due sponsorizzazioni. Entro e chiedo una camera: sono pieni. Solo per curiosità chiedo il prezzo: ce ne sono varie, ma una persona da solaè sulle 450 rupie. Pazienza, vado nell’hotel di fianco a 20 metri, speriamo abbia posto, del resto penso poi che sono ad Agra col Taj Mahal. Nessun problema, stanza singola e parcheggio interno 300 rupie: ma andate un poco a quel paese posti raccomandati dalle guide!
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Poi tanto per far passare il tempo decido di andare a piedi all’ingresso del Taj Mahal, sulla mappa non sembra poi lontanissimo. Non c’era la scala topografica e questo giustifica in parte i 12 km a piedi che mi sono dovuto sciroppare.
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torno che ormai è buio, la moto è a posto: e quando mai mi ha dato dei problemi non risolvibili ?
Mi accorgo che stanno riparando una moto devastata: sono più le parti rotte che quelle intere. Il serbatoio è un disastro: vuoi vedere che rimedio al cazzotto tirato al mio serbatoio ad Amritsar ?
In dieci minuti col martelletto e l’altro attrezzo infilato all’interno con una parte convessa che fa da incudine me lo sistema. Nemmeno un graffio sulla vernice. Fantastico
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Per cena trovo un “ristorante” di quelli che piacciono a me: piatto unico, così non ti confondi o pensi acc potevo prendere l’altro piatto , e due sgabelli in croce che ti permettono di assistere anche all’intera preparazione del piatto, in modo da controllare anche le condizioni igeniche.
“Scelgo” quindi il piatto del giorno: noodles saltati con spezie varie, aceto di mele e salsa di soia: uno spettacolo
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Poi in camera, anche perché ormai sono le dieci. Sono anche fortunato perché in tv riesco a vedere il seguito di un’incontro di wrestling di Tiger Mask, che dopo essere stato ferito ad un ginocchio (e assalito dall’avversario nell’infermeria) è costretto a difendere il titolo praticamente da zoppo. Il match inizia con il suo avversario che sta parlando nello spogliatoio al cellulare con la mamma. Lei lo sta severamente rimproverando per la cattiveria commessa quando ha assalito Tiger Mask nell’infermeria e lui le spiega che diventare campione del mondo è da sempre il suo sogno e che nulla potrà impedirgli di diventarlo. Ovviamente nell’incontro verrà sconfitto. La fantasia degli sceneggiatori americani nel contorno degli incontri è delirante e senza limiti: geniali. Vado a nanna: domattina alle 6 devo essere dalla biglietteria per entrare al Taj Mahal..ma tanto conosco la strada.

Giovedì 29
Alle 6 del mattino sono già per strada per arrivare alla biglietteria dal Taj Mahal: la moto la devo lasciare nel parcheggio. Per preservare i marmi del monumento, le industrie devono rispettare delle strette regole relativamente alle emissioni e i veicoli devono fermarsi a 2 km dall’entrata. Non è permesso portare dentro il treppiede, ma i militari del controllo me lo custodiscono nella loro postazione.

L’entrata, che maschera agli occhi il complesso del mausoleo quando si sta per entrare, che verrebbe da chiedersi dove mai si trovi, il bianco monumento visto in mille fotografie e servizi televisivi. Il mausoleo fu costruito nel 1632 (ci sarebbero voluti 22 anni per completarlo) dall’imperatore Shah Jahan per onorare la memoria della moglie Mumataz Mahal morta mentre lo accompagnava in una campagna militare. Si dice che lei in punto di morte abbia chiesto al marito di mostrare al mondo quanto essi si amassero l’un l’altro.
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credo che le immagini siano più che sufficienti
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Il principio guida del giardino è la simmetria, che con la ripetizione del numero 4 che richiama la visione del paradiso di quel tempo, un giardino con tanta acqua portata da 4 fiumi. Anche gli alberi ho scoperto hanno un significato: cipressi per la morte e alberi da frutta per la vita.
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l’interno della tomba
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Mi è un poco passato il tempo all’interno del Taj Mahal: a un certo punto ho controllato l’ora perché sentivo fame…erano più delle due del pomeriggio. Letteralmente volata la mattinata.
Uscito sono andato a gironzolare per un mercato lì vicino dove ho mangiato e assistito al rito del bagno dalla fontana

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si mangia
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torno un attimo in albergo e vado sul terrazzo a prendere dei vestiti che avevo messo ad asciugare e guarda un po’ chi incontro
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gli ho dato del muesli che avevo comprato a Manali

http://www.youtube.com/watch?v=yF5V-rn8eCo

verso le 4 ho visitato I’timad-ud-Daulah una tomba chiamata scherzosamente “Baby Taj”, comunque molto bella e con un suo fascino, anche per la minor presenza di visitatori

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ormai il sole sta calando ed è il momento adatto per andare a visitare il forte di Agra, il Red Fort.
Prima passano i bufali comunque
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un’auto della polizia storica
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da un punto delle mura c’è una splendida vista del Taj Mahal
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esco con le ultime guardie
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vado a cercare un internet point per mandare una mail a casa e poi, visto che è sera, vedo dei punti ristoro, che sono poi delle specie di catene di fast food di cibo indiano: provo il Chicken Corner
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pollo ovvio
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poi a letto. Domani ultima tappa prima del rientro a Delhi, la Sariska Tiger Riserve !
Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo

momi20
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Iscritto il: dom set 28, 2008 9:56 am

Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da momi20 » lun mar 14, 2011 7:12 pm

venerdì 30 luglio
Al mattino parto verso la Sariska Tiger Riserve (punto 1 mappa) tenendo la N1 per Delhi fino alla città di
Matura, dove conto di fermarmi a visitare almeno un tempio, visto che la città dagli Hindù è reputata il luogo di nascita di Krishna, l’incarnazione più umana di Visnù…io non riesco a spiegarla meglio: sono ben accetti suggerimenti per ampliamento dell’argomento. Dopo Mathura dovrò girare a sinistra e raggiungere Alwar: a sud la riserva dove mi fermerò a dormire per la notte e poi sabato dopo la visita, il rientro a Delhi in serata, usando la N8 che collega Jaipur a Delhi
Dai che sto migliorando da un punto di vista cartografico
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scuolabus
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quando arrivo a Mathura però non c’è verso di lasciare la moto in un posto custodito, per via dei bagagli. I posteggiatori non si prendono la responsabilità di sorvegliare anche i bagagli. Davanti al tempio i poliziotti sono irremovibili: pazienza scatto un paio di foto
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poi riparto verso Alwar
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ecco qui mi ero fermato a bere, ma non so dirvi esattamente dove ero
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lime ? forse non so
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pellegrini
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Prima o poi doveva capitare: mi trovo in mezzo ad un’acquazzone gigantesco. Mi fermo sotto un albero e copro la moto. Poi osservo la gente che passa, sono appena fuori un piccolo paese. Camminano tutti tranquilli sotto l’acqua. Alcuni bambini corrono nudi fuori casa a sguazzare nelle enormi pozze d’acqua formatesi nel giro di pochi minuti. Poi finalmente capisco: piove è vero, ma l’acqua è una benedizione per questa gente. Inoltre è calda, davvero. Non hai freddo in questa zona rimanendo sotto la pioggia. Devo ricordarmene la prossima volta.
Ad Alwar, città abbastanza insignificante, mi fermo e cerco una banca per cambiare 100$, piove solo una banca cambia i $...alla terza banca finalmente mi danno le indicazioni giuste. Entro nella filiale einizia l’odissea. La cifra da cambiare è decisamente elevata e quindi serva firmare un plico di documenti, poi la fotocopia del passaporto…in banca non hanno la fotocopiatrice: stiamo scherzando ? No la vanno a fare in un negozio vicino. Ovviamente non mi viene nemmeno in mente di chiedere se ci sia uno scanner. Un’ora e mezza per cambiare i soldi. Finita l’operazione ho provato per curiosità se il mio bancomat per il prelievo automatico funzionava: certo che sì. Avrei risparmiato tempo, ma che esperienza: una banca senza una fotocopiatrice. Via di nuovo ho ancora 36 km prima della riserva

Inizia la zona della Sariska Tiger Reserve, da qui in poi potrò contare solo sulle mie forze nel caso di un’incontro col felino più pericoloso del mondo. Ho una discreta esperienza coi miei gatti di campagna, ma la differenza di taglia potrebbe dare in effetti dei problemi
Non si può più tornare indietro
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Arrivo nella zona della riserva e data la bassa stagione sono aperti solo due hotel.
Uno è il Sariska Palace
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per sole 19500 rupie (circa 318€) potete avere la Maharaja Jaisingh Superior Suite
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decido di optare per il Tiger Den Hotel che è proprio attaccato all’ingresso della riserva. La posizione e il prezzo della singola (1329 rupie= 21,7€) sono stati due elementi decisivi nella mia scelta
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Visto che c’è ancora luce una volta scaricati i bagagli cerco di informarmi per entrare domani nella riserva. Un signore molto gentile (all’apparenza) mi spiega che lui è una guida e che sta aspettando un gruppo di turisti che domattina arriveranno da Alwar, per percorrere il sentiero della riserva sulle jeep. Io ho visto l’ufficio dove bisogna fare il biglietto, proprio dietro l’albergo, ma era deserto. Mi dice che però le moto non possono entrare nella riserva. Ma come ? Dalla barra dell’inizio della strada le guardie forestali mi avevano detto che il biglietto per il singolo viaggiatore era di 200 rupie e di farlo il mattino dopo prima di entrare. L’ingresso alle moto è vietato. Forse per il fatto che è un veicolo scoperto. Se lo desidero posso aggiungermi al suo gruppo e per 1500 rupie fare il giro assieme a loro. Inizia a non suonarmi giusta. Un ragazzo che lavora nell’albergo mi suggerisce un modo molto economico: al mattino dalle 9 ogni ora un autobus trasporta le persone attraverso i 28 km della riserva, 10 rupie. Non fa soste come i gruppi di turisti, ma dal finestrino vedrei poi tutto. Dopo per tornare indietro basta prendere il bus nell’altro verso. Poiché si è un mezzo pubblico non si deve pagare il biglietto d’ingresso: totale 20 rupie. Vedrò poi domani.
C’è ancora luce, prendo la moto e raggiungo la prima città dopo Sariska, dove la strada si biforca: io dovrò andare a destra per raggiungere la N8 che porta a Delhi.

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qui ho preso il thè e poi sono riuscito a ricordarmi di comprarne un sacchetto da portare in Italia…ebbene si anch’io ogni tanto cedo ai souvenir
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questi che giocavano a carte mi hanno invitato ad unirmi a loro, ma ho visto dei soldi sul tappeto e ho ringraziato ed evitato: sicuro che al gruppo mancava il pollo
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torno al Tiger Den che ormai è buio, sto per entrare, ma sento il sommesso brontolio del terribile felino, la tigre indiana. La vedo, sdraiata in mezzo alla vegetazione, regale e imponente: quando mai capiterà un’occasione del genere ? Non mi agito, mantengo il sangue freddo e trovo la prontezza di spirito necessaria per estrarre lentamente la mia macchina fotografica, posizionarla ed inserire l’autoscatto. Il feroce predatore carnivoro è alle mie spalle, ma sembra appena notarmi. Secondi che paiono interminabili, mille pensieri che mi attraversano la mente, ma decido di rischiare il tutto per tutto. Nel silenzio della notte indiana il debole clic della macchina fotografica sembra un colpo di cannone, ma l’animale resta tranquillo. Raccolgo l’apparecchio e lentamente rientro dentro: solamente sotto le coperte inizio a rendermi conto del rischio corso, sarà una notte un poco agitata, però che scatto indimenticabile.

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sabato 31 luglio

è mattina presto e come vedete la tensione per l’incontro con la tigre di ieri notte non è ancora scesa, ma cerco di rilassarmi, anche se non è semplice…ha ha ha l’ho scritto normale così ci cascano proprio tutti oltre agli ingenui ragazzi del 58

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penso bene a quello che mi ha detto la guida ieri e non mi suona giusto. Vado all’ufficio e infatti mi fanno il biglietto d’ingresso, dicendomi solo che lungo la strada posso fermarmi ogni volta che voglio per foto o altro, ma che non posso uscire per i sentieri laterali o usare il clacson per spaventare gli animali.
Ingresso ? 200 rupie: e brava la guida che ci ha provato.
La Sariska Tiger Reserve è un parco nazionale diventato riserva nel 1955 e nel 1978 ottene lo status di “tiger reserve”, entrando a far parte dell’India’s Project Tiger, salvo poi uscirne mestamente nel 2005, quando un’ispezione stabilì la totale assenza di tigri nel territorio della riserva. La principale causa è stata individuata nel bracconaggio.
Questo comunque il decalogo da osservare all’interno della riserva, consegnatomi all’ingresso
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l’ingresso della riserva
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sono anche fortunato e riesco a cogliere alcuni animali
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avevo con me ancora un poco di muesli e allora ne ho buttato un poco ad un gruppetto di scimmie a lato della strada, durante una sosta: in un amen ne sono scese dagli alberi almeno una cinquantina. Con calma mi sono allontanato.
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ormai io e la tigre siamo amici, insomma pappa e ciccia…forse meglio di no
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sarò onesto, avevo il treppiede, ma la posizione da cui volevo la foto era davvero impossibile, credo che questo sia il 12° scatto
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arrivo al Tempio delle Scimmie, che credo si chiami Pandupol e sia dedicato al colui che tutto sà è può Hanuman. Ho un poco di vantaggio sulle jeep dei tour organizzati e così vado subito a visitare il tempio

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esco che arrivano le jeep e gusto il tè che mi viene offerto da questo tipo
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http://www.youtube.com/watch?v=xM9JkAm9biU

torno all’hotel e giù acqua, ma tanto è calda. Prima della partenza per Delhi
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sono circa 233 km (dati gentilmente forniti da Google Maps), praticamente sempre sotto la pioggia, solo una cinquantina di km prima dell’arrivo davvero smette di piovere, prima solo a intervalli.
Alè sono tornato indietro, eccomi dalla stazione dei treni di Delhi
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nonostante gli intensi lavori di ristrutturazione Main Bazar Road non è poi molto diversa da quando ero partito un mese fa
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trovo posot in un albergo praticamente di fianco a quello del mio arrivo, ma con il posto moto proprio dall’ingresso. Alla sera decido di andare a zonzo per Delhi con la moto, naturalmente dopo la cena
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poi incontro un’elefante. Il proprietario lo ha addestrato a protendere la proboscide per chiedere un’offerta. Dall’alto mi chiede se voglio fare un giro, ma sono sulla moto. Gli metto una banconota nella proboscide e il pachiderma la consegna all’uomo seduto sul collo. Scatto la foto un poco in fretta, peccato
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alla fine mi fermo in un primo tempio
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all’uscita invece di fare l’offerta compro delle banane e dei piatti di zuppa che distribuisco alle persone che sedute fuori facevano l’elemosina.

Un’ultimo tempio prima di andare a letto
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1 agosto domenica
Controllo la moto prima di riportarla: del cazzotto dato al serbatoio non c’è traccia e il resto sembra a posto, a parte una delle sospensioni, ma non posso farci nulla. Controllo l’olio e porca miseria si rompe l’asticella. Niente panico ho il super attak indiano: in 2 minuti tutto a posto
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poi pranzo con un piatto chiamato uppuma
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riporto la moto nel pomeriggio e scopro che ho rotto una sospensione: faccio pari e patta col fatto che avevo cambiato il contachillometri e mi restituiscono la cauzione.
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Ora devo riconoscere che tutto quello che mi aveva detto il sig. Rajesh Trehan si è poi rivelato esatto. La Enfield è una moto che va praticamente dovunque, ma non puoi guidarla ai 100 km/h. Semplicemente è più sicura di una vespa e riesce a superare terreni accidentati con consumi anche oltre i 30 km/litro. Date le condizioni delle strade ha ogni tanto bisogno di piccoli interventi, ma di solito con venti minuti e poche rupie è tutto a posto. La sella non è il massimo della comodità, ma questo me l’ero immaginato. Per abituarvi, nell’eventualità vogliate guidare quella moto, in India, fatevi un poco di km su una vespa, magari un PX 125.

Ho il volo alle 3 del mattino, inutile pagare una notte in albergo, per svegliarmi a mezzanotte. Mi conviene andare direttamente in aeroporto, cenare là e poi sistemare bene i bagagli e quindi dormire un poco dove capita.
Passo parte del pomeriggio a fotografare una specie di animale che mi ha incuriosito immediatamente al mio primo arrivo a Delhi e che ho ritrovato poi in tante parti dell’India. Si tratta del turista vestito da indiano con accessori jamaicani e spesso i capelli rasta.
Ho chiesto a parecchi indiani cosa ne pensano di questi ragazzi e ragazze che appena arrivano in India si vestono in quella maniera, sempre e solo con le infradito e le canne a portata di mano.
Li trovano davvero molto buffi, ma sono turisti, quindi tutto ok.
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Non ho consultato la bibbia virtuale dei pernottamenti in aeroporto, un sito utile e divertente che per ogni aeroporto internazionale, stila una classifica, indicando tutte le comodità e i migliori posti per dormire.

http://www.sleepinginairports.net/

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comunque è un’aeroporto internazionale nuovo di zecca, non ci saranno problemi….invece le attuali regole consentono l’accesso solo 3 ore prima del volo, altrimenti si può stare in una sala attesa, ma in cui ci sono solo le toilette, niente bar o ristoranti. Sono le 19,00, che faccio ? Tornare a Delhi, nemmeno per idea . Allora ho pensato, possibile che in un aeroporto internazionale non ci sia possibilità di mangiare qualcosa al di fuori dell’aeroporto senza dover tornare a Delhi ? Un militare mi indica una Cantin (credo abbia detto così). Cool mio carrello e i bagagli ci vado: è qui che viene il personale dipendente dell’aeroporto a mangiare, costa molto meno dei punti interni all’aeroporto
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ormai stanno chiudendo, mi pulisco il tavolo e mi tocca come menù tramezzini e biscotti fatti in casa
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torno all’aeroporto e riprovo ad entrare dalle partenze internazionali, nisba. Dopo una mezz’ora nella saletta da cui vedo l’interno dell’aeroporto esco e vado al piano sotto dove ci sono partenze e arrivi nazionali. Per 80 rupie si può acquistare l’entrata, non si può andare sopra, ma almeno posso trovareun tavolo, un bar, mi potrò sdraiare e usare il bagno. Momi-burocrazia indiana 1-0

sistemo i bagagli e i souvenir e poi a nanna
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2 agosto martedì
Volo Delhi-Istanbul-Bologna senza intoppi. La Turkish Airline è impeccabile, la consiglio. La carta del menùdel volo
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arrivo a Bologna e ancora una volta il Beuto mi riporta a casa. Verso le due del pomeriggio sono a casa. Vacanza fantastica.
Se volete qualche chiarimento o spiegazione postate pure
Ciao a tutti
Momi
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Stefano65 » mar mar 15, 2011 12:11 pm

Splendido report di un viaggio eccezionale. Complimenti!
"Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo"

Sei un vero Biker quando la tua donna non ti chiederà mai: "Scegli o me o la moto!" perchè ha paura della risposta.

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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Troglos Apvlia » mar mar 15, 2011 12:26 pm

come sempre SPETTACOLARE!
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Troglos Apvlia » mar mar 15, 2011 8:57 pm

guardacaso molti posti li ho riconosciuti nell'ultimo servizio di Alberto Angela....la scimmia sta salendo....

1°) premesso che tu sei un viaggiatore e non un turista, desidero chiederti qualche cosa.....
Tu sei un imprenditore che, suppongo, non abbia particolari problemi di denaro. Anche nell'altro viaggio ho notato una certa propensione al risparmio. Nel senso che, se trovi un albergo a 20 euro, risali in moto e ne cerchi uno a 5 euro. Io ho affrontato viaggi lunghi, spesso impegnativi e spessissimo ho dormito per strada senza tenda nè sacco a pelo, ma ogni 2-3-4 giorni necessitavo di un hotel quasi "full comforts" semplicemente per lavarmi, asciugarmi e riposarmi dignitosamente. Tu, invece, hai fatto quasi tutto il viaggio di bettola in bettola....(non è proprio il concetto che voglio esprimere), cioè in posti "scomodi" per noialtri. Capisco l'immedesimarsi nel contesto locale, ma in moto è dura.....magari dopo 300 km di caldo impossibile, terra, polvere, fango e una moto che non è proprio un GoldWing. Come mai?

Continua.....
Ultima modifica di Troglos Apvlia il mar mar 15, 2011 10:07 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Troglos Apvlia » mar mar 15, 2011 9:47 pm

2°) Bella l'idea di inserire dei video ma, penso, spendere due soldini per una attrezzatura fotografica seria, soprattutto per i posti cazzuti che visiti, può valerne la pena.....non che le foto che hai postato siano brutte, ma si può fare molto di più...ci sono macchine compatte serie che offrono prestazioni molto superiori.....

P.S.: l'abbandono delle ottiche l'ho provato anche io...è come rimanere senza occhi....terribile!
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Troglos Apvlia » mar mar 15, 2011 10:04 pm

3°) Deduco dall'attenzione che hai per il cibo che sei un salutista. L'ossessiva passione che hai nel fotografare i cibi non corrisponde ad una descrizione dei medesimi. Qualcuno (tipo me) desidererebbe conoscere ingredienti, sapori, descrizioni insomma....la piadina lì l'hai esportata tu?
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da momi20 » mar mar 15, 2011 10:07 pm

Troglos Apvlia ha scritto:
1°) premesso che tu sei un viaggiatore e non un turista, desidero chiederti qualche cosa.....
Tu sei un imprenditore che, suppongo, non abbia particolari problemi di denaro.
Ti tolgo il dubbio: non sono un multimilionario che ogni tanto si immedesima nella parte dello "spiantato sognatore":. Ricordati che ci sono anche "imprenditori" di varie dimensioni e spesso, quando sono molto piccoli non è che nuotino nell'oro.
Troglos Apvlia ha scritto:Anche nell'altro viaggio ho notato una certa propensione al risparmio. Nel senso che, se trovi un albergo a 20 euro, risali in moto e ne cerchi uno a 5 euro. Io ho affrontato viaggi lunghi e spesso impegnativi e spessissimo ho dormito per strada senza tenda nè sacco a pelo, ma ogni 2-3-4 giorni necessitavo di un hotel quasi "full comforts" semplicemente per lavarmi, asciugarmi e riposarmi dignitosamente. Tu, invece, hai fatto quasi tutto il viaggio di bettola in bettola....(non è proprio il concetto che voglio esprimere), cioè in posti "scomodi" per noialtri. Capisco l'immedesimarsi nel contesto locale, ma in moto è dura.....magari dopo 300 km di caldo impossibile, terra, polvere, fango e una moto che non è proprio un GoldWing. Come mai?
Continua.....
Come pilota da moto tecnicamente sono davvero scarso, le pieghe non so in pratica cosa siano. Però ho sempre avuto una grande resistenza alla guida. Salire in moto al mattino e scendere alla sera per me è una giornata perfettamente normale. Se noti le foto, sono fatte durante il viaggio,ognuna è una piccola sosta. Io la giornata la passo così e quindi se la strada è normale ne faccio tranquillamente 500 o 700: se però incontro qualcosa di interessante mi fermo: un tempio, una cerimonia, delle persone.
Prima di partire ho in mente un budget e cerco di rispettarlo: poi devo confessare che mi sento a mio agio in alberghi semplici, senza pretese. Io la doccia l'ho fatta tutti i giorni e sempre la faccio. Che nel mio albergo ci sia il wifi non mi importa o il frigo bar o il ristorante, tanto andrei comunque a piluccare il mangiare per i posticini per strada. Ho sempre fatto così.
Non bisogna pensare che una struttura datata debba per forza essere sporca o scomoda.
Mi interessa stare in posti dove incontro gente del posto. mi capita spesso di dedicare un'ora ad un'importante monumento, ma di gironzolare poi per ore nei mercati e nelle piazze, anche solo per osservare la gente, la vita di tutti i giorni.
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da momi20 » mar mar 15, 2011 10:12 pm

Troglos Apvlia ha scritto:3°) Deduco dall'attenzione che hai per il cibo che sei un salutista. L'ossessiva passione che hai nel fotografare i cibi non corrisponde ad una descrizione dei medesimi. Qualcuno (tipo me) desidererebbe conoscere ingredienti, sapori, descrizioni insomma....la piadina lì l'hai esportata tu?
I miei amici pensano proprio il contrario: che non ci faccio caso, viste le "brodaglie" che mangio. Mi piace fotografare i piatti che non conosco. sono una parte essenziale della vacanza. Poi scatto le foto, perchè quando posso cerco di abbinare alla foto il nome del piatto.
Quel pane che assomiglia alla nostra piadina è onnipresente e la ricorda anche come sapore.

Non sono un salutista: penso solo che è meglio prestare un poco d'attenzione al proprio fisico, visto che ci si deve convivere 24 ore al giorno. Poi sai quando sento dire che un piatto di cucina tradizionale costa cifre esorbitanti mi viene sempre da sorridere: la cucina popolare, in ogni parte del mondo è cibo preparato in maniera semplice, stando attenti a non buttare via nulla.
Ultima modifica di momi20 il mar mar 15, 2011 10:18 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da momi20 » mar mar 15, 2011 10:15 pm

Troglos Apvlia ha scritto:2°) Bella l'idea di inserire dei video ma, penso, spendere due soldini per una attrezzatura fotografica seria, soprattutto per i posti cazzuti che visiti, può valerne la pena.....non che le foto che hai postato siano brutte, ma si può fare molto di più...ci sono macchine compatte serie che offrono prestazioni molto superiori.....

P.S.: l'abbandono delle ottiche l'ho provato anche io...è come rimanere senza occhi....terribile!
La prima digitale era una 4MP con obiettivo zoom 3x poi ho preso una con 6X: nel 2009 causa una botta si è un poco danneggiata e sono passato a questa Kodak Z950 con zoom 12X: io uso solo la modalità automatica e forse un giorno mi metterò a cercare di imparare qualcosa sulle impostazioni manuali. Poi sai le foto per me sono più che altro un ricordo. se proprio incappo in un monumento difficle da riprendere compro delle cartoline che poi metto nei miei album con le foto sviluppate.
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Troglos Apvlia » mar mar 15, 2011 10:42 pm

faccio fatica a risponderti perchè ho un pc fallocchio e una linea peggio.....

io ho una macchina 10x ottica.....zeiss fa miracoli....

ma quanto tempo ci hai perso a fare questo report? nel senso a metterlo on-line? presumo tu avessi un diario di viaggio.....
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Troglos Apvlia » mar mar 15, 2011 10:48 pm

momi20 ha scritto:
Troglos Apvlia ha scritto:
1°) premesso che tu sei un viaggiatore e non un turista, desidero chiederti qualche cosa.....
Tu sei un imprenditore che, suppongo, non abbia particolari problemi di denaro.
Ti tolgo il dubbio: non sono un multimilionario che ogni tanto si immedesima nella parte dello "spiantato sognatore":. Ricordati che ci sono anche "imprenditori" di varie dimensioni e spesso, quando sono molto piccoli non è che nuotino nell'oro.
Troglos Apvlia ha scritto:Anche nell'altro viaggio ho notato una certa propensione al risparmio. Nel senso che, se trovi un albergo a 20 euro, risali in moto e ne cerchi uno a 5 euro. Io ho affrontato viaggi lunghi e spesso impegnativi e spessissimo ho dormito per strada senza tenda nè sacco a pelo, ma ogni 2-3-4 giorni necessitavo di un hotel quasi "full comforts" semplicemente per lavarmi, asciugarmi e riposarmi dignitosamente. Tu, invece, hai fatto quasi tutto il viaggio di bettola in bettola....(non è proprio il concetto che voglio esprimere), cioè in posti "scomodi" per noialtri. Capisco l'immedesimarsi nel contesto locale, ma in moto è dura.....magari dopo 300 km di caldo impossibile, terra, polvere, fango e una moto che non è proprio un GoldWing. Come mai?
Continua.....
Come pilota da moto tecnicamente sono davvero scarso, le pieghe non so in pratica cosa siano. Però ho sempre avuto una grande resistenza alla guida. Salire in moto al mattino e scendere alla sera per me è una giornata perfettamente normale. Se noti le foto, sono fatte durante il viaggio,ognuna è una piccola sosta. Io la giornata la passo così e quindi se la strada è normale ne faccio tranquillamente 500 o 700: se però incontro qualcosa di interessante mi fermo: un tempio, una cerimonia, delle persone.
Prima di partire ho in mente un budget e cerco di rispettarlo: poi devo confessare che mi sento a mio agio in alberghi semplici, senza pretese. Io la doccia l'ho fatta tutti i giorni e sempre la faccio. Che nel mio albergo ci sia il wifi non mi importa o il frigo bar o il ristorante, tanto andrei comunque a piluccare il mangiare per i posticini per strada. Ho sempre fatto così.
Non bisogna pensare che una struttura datata debba per forza essere sporca o scomoda.
Mi interessa stare in posti dove incontro gente del posto. mi capita spesso di dedicare un'ora ad un'importante monumento, ma di gironzolare poi per ore nei mercati e nelle piazze, anche solo per osservare la gente, la vita di tutti i giorni
.
cio' ti onora...
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Re: India 2010 con una Royal Enfield

Messaggio da Troglos Apvlia » mar mar 15, 2011 11:04 pm

negli ultimi viaggi, ho dimostrato come si possa fare un "turismo compatibile".....anche per una sosta da un bicchiere d'acqua scegliere sempre il posto più sfigato, semplicemente perchè ha bisogno di più soldi di un bar "in"....

ti chiedo il permesso di postare la tua ultima fatica su:

enduroclassic.it
lc8.com
mototurismo.it
pugliabikers.com
tdekka.com
soloenduro.it

nonchè su i tuoi cugini/fratelli di drz-italia.com

se qualcuno o tutti non ti aggradano, basta dirlo..... :wink:

P.S.: la Enfield non è una cattiva moto, soffre solo di un progetto vecchio di 50 anni.....fatto con la tua DR o meglio con un DRZ Valenti, Honda xl, Ya xt sarebbe stata tutt'altra cosa...... :idea:
Ultima modifica di Troglos Apvlia il mar mar 15, 2011 11:35 pm, modificato 1 volta in totale.
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