Suzuki DR 350: Balcani-Turchia-Georgia-AZ-TURKM-UZ-KAZ-RUS..
In cabina ovviamente sono con Ed, cabina con doccia
sistemati i bagagli inizio ad esplorare un poco la nave: è la prima volta che salgo su un traghetto.Subito decido di immortalarmi in una celebre posa. Come potete notare l’unica differenza è che io non ho dietro di me Di Caprio…e forse è meglio. Io comunque il film Titanic non l’ho mai visto, all’epoca uscì in contemporanea il nuovo film di Godzilla e io quello andai a vedere.
una riverniciata ci potrebbe anche stare
dopo cena , pane e un po’ di formaggio tenero, siamo andati a letto e io ho dormito benissimo.
Al mattino ( 12 settembre, domenica) mi sveglio e vado a prora della nave e senza accorgermene rimango quasi un’ora a guardare l’orizzonte del mare, così, appoggiato. Quando mi giro dal ponte di comando vedo il comandante che mi fa cenno di salire e quando sono dentro mi offrono il tè.
il radar è bellissimo, ma non mi permettono di fotografarlo. Chiedo all’addetto quanto è il cambio $ col nuovo Malnat, la moneta turkmena e mi dice circa 2,6 $=1Malnat.
Una cosa da fare sempre è chiedere prima di passare una frontiera il cambio: possono esserci differenze notevoli. Ad esempio in Uzbekistan il cambio in banca è di 1$=1500 sum, ma per strada mediamente si aggira attorno a 1$=1900 sum.
A metà mattinata, con la costa turkmena in vista, la nostra Mercuri si ferma: perché ? Perché bisogna aspettare. Comunque ho il libro da leggere e anche Ed inizia a leggere. Poi gironzolando vedo qualcosa che mi fa pensare ad una lunga sosta: alcuni marinai a poppa iniziano a dipingere la nave: ahia, non inizi un lavoro del genere per poi lasciarlo a metà .
attracchiamo verso le 8 di sera, ma intanto delle donne cariche di sporte ci hanno detto il cambio esatto: 2,82 $ = 1 nuovo Malnat. In questi paesi per i soldi chiedete sempre alle donne, sono loro che tengono i conti e non sbagliano mai.
ed inizia l’infernale tormentone della dogana turkmena…io poi ho anche la moto. Negli uffici inizio con un primo funzionario, da cui dichiaro il percorso che intendo fare: Turkmenbashi—Ashgabat—Keneurghench e da lì in Uzbekistan. Passaporto documenti della moto ecc… Saltano fuori un 80$ per l’assicurazione ( ti pareva): vado in un altro edificio, che funge da banca, pago ritorno col modulo, dentro ad un altro ufficio. Ricomincia la tiritera dei documenti: uno controlla l’altro scrive. Poi una piccola tassa credo di soggiorno, mi sembra di capire: 5 $. Dove pago ? Ma chiaro allo sportello della banca: torna là . Stavolta mi mandano da solo, ma dopo aver pagato sbaglio un corridoio e mi ritrovo in una cucina, deserta. Poi ritrovo l’uscita. Rientro nella zona dogana con anche questa ricevuta e mi accorgo di altri 2 uffici in cui non sono ancora entrato: secondo voi era mai possibile sperare di saltarli ? Ormai siamo oltre le 23,00. Ed ha terminato e mi osserva mentre io continuo coi miei avanti ed indietro. Bhè ? La moto non la controllano ? Ma certo: fuori apri i bagagli ma qui la cosa è svelta. Ok i bagagli e la moto hanno passato i controlli, ma credete che questo controllo non abbia bisogno di essere accompagnato da un qualche documento ? Dentro di nuovo dagli uffici, ma tanto ormai conosco tutti. Finisco dopo mezzanotte. Un tassista ci dice che non vale la pena di andare a Turkmenbashi ( pochi km) per dormire, gli alberghi costano anche 50$ e la polizia non dice nulla se la gente rimane a dormire in dogana aspettando il mattino.
Arriva un tipo e chiede se dobbiamo cambiare dei soldi, ci offre 1 malnat a 2,6 $: è un pelo meno del cambio ufficiale, ma lui ovviamente gioca su questo il suo guadagno. Comunque è accettabile e sia io che Ed cambiamo 50$ a testa. Io domani mi metto in marcia e anche se ho benzina viaggio sempre con la moneta del posto. Prima di trovare un posto per la notte dobbiamo mangiare. Io ho il forellino e del riso: c’è solo quello. Andiamo fuori e preparo il tutto, poi mi ricordo che sul tavolo della cucina c’era del pane ! Ho la ricevuta della banca, al massimo se mi dicono qualcosa potrò farfugliare che volevo cambiare dei soldi. Non c’è nessuno, arrivo in cucina e vedo pane e biscotti. Meglio non esagerare: prendo solo il pane. Poi pancia mia fatti capanna: pane e riso liscio !
sistemati i bagagli inizio ad esplorare un poco la nave: è la prima volta che salgo su un traghetto.Subito decido di immortalarmi in una celebre posa. Come potete notare l’unica differenza è che io non ho dietro di me Di Caprio…e forse è meglio. Io comunque il film Titanic non l’ho mai visto, all’epoca uscì in contemporanea il nuovo film di Godzilla e io quello andai a vedere.
una riverniciata ci potrebbe anche stare
dopo cena , pane e un po’ di formaggio tenero, siamo andati a letto e io ho dormito benissimo.
Al mattino ( 12 settembre, domenica) mi sveglio e vado a prora della nave e senza accorgermene rimango quasi un’ora a guardare l’orizzonte del mare, così, appoggiato. Quando mi giro dal ponte di comando vedo il comandante che mi fa cenno di salire e quando sono dentro mi offrono il tè.
il radar è bellissimo, ma non mi permettono di fotografarlo. Chiedo all’addetto quanto è il cambio $ col nuovo Malnat, la moneta turkmena e mi dice circa 2,6 $=1Malnat.
Una cosa da fare sempre è chiedere prima di passare una frontiera il cambio: possono esserci differenze notevoli. Ad esempio in Uzbekistan il cambio in banca è di 1$=1500 sum, ma per strada mediamente si aggira attorno a 1$=1900 sum.
A metà mattinata, con la costa turkmena in vista, la nostra Mercuri si ferma: perché ? Perché bisogna aspettare. Comunque ho il libro da leggere e anche Ed inizia a leggere. Poi gironzolando vedo qualcosa che mi fa pensare ad una lunga sosta: alcuni marinai a poppa iniziano a dipingere la nave: ahia, non inizi un lavoro del genere per poi lasciarlo a metà .
attracchiamo verso le 8 di sera, ma intanto delle donne cariche di sporte ci hanno detto il cambio esatto: 2,82 $ = 1 nuovo Malnat. In questi paesi per i soldi chiedete sempre alle donne, sono loro che tengono i conti e non sbagliano mai.
ed inizia l’infernale tormentone della dogana turkmena…io poi ho anche la moto. Negli uffici inizio con un primo funzionario, da cui dichiaro il percorso che intendo fare: Turkmenbashi—Ashgabat—Keneurghench e da lì in Uzbekistan. Passaporto documenti della moto ecc… Saltano fuori un 80$ per l’assicurazione ( ti pareva): vado in un altro edificio, che funge da banca, pago ritorno col modulo, dentro ad un altro ufficio. Ricomincia la tiritera dei documenti: uno controlla l’altro scrive. Poi una piccola tassa credo di soggiorno, mi sembra di capire: 5 $. Dove pago ? Ma chiaro allo sportello della banca: torna là . Stavolta mi mandano da solo, ma dopo aver pagato sbaglio un corridoio e mi ritrovo in una cucina, deserta. Poi ritrovo l’uscita. Rientro nella zona dogana con anche questa ricevuta e mi accorgo di altri 2 uffici in cui non sono ancora entrato: secondo voi era mai possibile sperare di saltarli ? Ormai siamo oltre le 23,00. Ed ha terminato e mi osserva mentre io continuo coi miei avanti ed indietro. Bhè ? La moto non la controllano ? Ma certo: fuori apri i bagagli ma qui la cosa è svelta. Ok i bagagli e la moto hanno passato i controlli, ma credete che questo controllo non abbia bisogno di essere accompagnato da un qualche documento ? Dentro di nuovo dagli uffici, ma tanto ormai conosco tutti. Finisco dopo mezzanotte. Un tassista ci dice che non vale la pena di andare a Turkmenbashi ( pochi km) per dormire, gli alberghi costano anche 50$ e la polizia non dice nulla se la gente rimane a dormire in dogana aspettando il mattino.
Arriva un tipo e chiede se dobbiamo cambiare dei soldi, ci offre 1 malnat a 2,6 $: è un pelo meno del cambio ufficiale, ma lui ovviamente gioca su questo il suo guadagno. Comunque è accettabile e sia io che Ed cambiamo 50$ a testa. Io domani mi metto in marcia e anche se ho benzina viaggio sempre con la moneta del posto. Prima di trovare un posto per la notte dobbiamo mangiare. Io ho il forellino e del riso: c’è solo quello. Andiamo fuori e preparo il tutto, poi mi ricordo che sul tavolo della cucina c’era del pane ! Ho la ricevuta della banca, al massimo se mi dicono qualcosa potrò farfugliare che volevo cambiare dei soldi. Non c’è nessuno, arrivo in cucina e vedo pane e biscotti. Meglio non esagerare: prendo solo il pane. Poi pancia mia fatti capanna: pane e riso liscio !
Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo
Ora sono quasi le 2 di notte: individuo uno splendido sottoscala nella dogana, con meno luce che dalle panchine. Mettiamo gli zaini a mò di cuscino e buonanotte.
Al mattino ( è domenica 13 ) Ed si incammina a piedi verso Turkmenbashi per cercare un bus o un taxi collettivo per Ashgabat, io monto in sella con la stessa meta: sono più di 500 km. Abbiamo i numeri di cellulare ed è probabile rivedersi, anche se lui arriverà sicuramente prima.
i primi dromedari !!!!!!!!!!!!
questo gruppetto stava portando con un camion i dromedari da qualche parte
lungo la strada ho visto una casa che aveva all’esterno una pompa dell’acqua. Mi sono fermato ed ho chiesto se potevo riempire una delle mie bottiglie. Mi hanno chiamato davanti a casa e mi hanno dato da mangiare il melone e il pane. Poi il padrone di casa mi ha dato una bottiglia d’acqua, una di una bibita molto dolce e altre due pagnotte. Ovviamente non c’è stato verso di fargli accettare un soldo.
fin dal momento che ero partito avevo visto queste auto per gare nel deserto: si trattava del Rally della via della Seta che era partito dal Kazakistan: il tratto Turkmenbashi-Ashgabat era solo una passerella finale, ma all’arrivo ci sarebbe stato il presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdimuhammedow, che sulle orme del suo predecessore Saparmyrat Nyýazow ha continuato un culto ossessivo della propria figura.
mi sono fermato da uno dei camion di supporto ( del team polacco credo) e mi hanno offerto una Red Bull fresca
ad ogni città incontrata, alla classica rotonda di stampo USSR all’inizio del paese, c’erano studenti dalle elementari al liceo, che salutavano sorridenti e festanti il mio passaggio. In una mi sono fermato e mi hanno sommerso. Poi ho imparato che sarebbe passato anche il presidente in auto e ho notato gli insegnanti che controllavano i ragazzi: un po’ come al circo. Qui però mi hanno chiesto se potevo sgasare con la moto e fare il giro della rotonda…mi hanno chiesto l’impennata, ma gli ho detto che non ero il motociclista adatto.
verso fine pomeriggio arrivo ad Ashgabat e il vioalone mi porta immediatamente alla summa di tutte le deliranti manie di onnipotenza dei dittatori. Il fu presidente Nyýazow aveva fatto costruire una statua dorata a sua immagine con le braccia alzate e questa statua durante il giorno ruota su se stessa con le mani che seguono il percorso del sole. Vi lascio immaginare sino a che punto fosse spinto il culto della personalità !
poi inizio a cercare l’albergo e alla fine capito nello stesso scelto da Ed: 20$. Lui però è fuori in giro per la città . Io devo lavarmi e comunque mettere l’olio nella moto e dare lo spray alla catena.
L’aspetto dell’albergo a dispetto del prezzo è imponente
le camere invece in linea col costo
Al mattino ( è domenica 13 ) Ed si incammina a piedi verso Turkmenbashi per cercare un bus o un taxi collettivo per Ashgabat, io monto in sella con la stessa meta: sono più di 500 km. Abbiamo i numeri di cellulare ed è probabile rivedersi, anche se lui arriverà sicuramente prima.
i primi dromedari !!!!!!!!!!!!
questo gruppetto stava portando con un camion i dromedari da qualche parte
lungo la strada ho visto una casa che aveva all’esterno una pompa dell’acqua. Mi sono fermato ed ho chiesto se potevo riempire una delle mie bottiglie. Mi hanno chiamato davanti a casa e mi hanno dato da mangiare il melone e il pane. Poi il padrone di casa mi ha dato una bottiglia d’acqua, una di una bibita molto dolce e altre due pagnotte. Ovviamente non c’è stato verso di fargli accettare un soldo.
fin dal momento che ero partito avevo visto queste auto per gare nel deserto: si trattava del Rally della via della Seta che era partito dal Kazakistan: il tratto Turkmenbashi-Ashgabat era solo una passerella finale, ma all’arrivo ci sarebbe stato il presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdimuhammedow, che sulle orme del suo predecessore Saparmyrat Nyýazow ha continuato un culto ossessivo della propria figura.
mi sono fermato da uno dei camion di supporto ( del team polacco credo) e mi hanno offerto una Red Bull fresca
ad ogni città incontrata, alla classica rotonda di stampo USSR all’inizio del paese, c’erano studenti dalle elementari al liceo, che salutavano sorridenti e festanti il mio passaggio. In una mi sono fermato e mi hanno sommerso. Poi ho imparato che sarebbe passato anche il presidente in auto e ho notato gli insegnanti che controllavano i ragazzi: un po’ come al circo. Qui però mi hanno chiesto se potevo sgasare con la moto e fare il giro della rotonda…mi hanno chiesto l’impennata, ma gli ho detto che non ero il motociclista adatto.
verso fine pomeriggio arrivo ad Ashgabat e il vioalone mi porta immediatamente alla summa di tutte le deliranti manie di onnipotenza dei dittatori. Il fu presidente Nyýazow aveva fatto costruire una statua dorata a sua immagine con le braccia alzate e questa statua durante il giorno ruota su se stessa con le mani che seguono il percorso del sole. Vi lascio immaginare sino a che punto fosse spinto il culto della personalità !
poi inizio a cercare l’albergo e alla fine capito nello stesso scelto da Ed: 20$. Lui però è fuori in giro per la città . Io devo lavarmi e comunque mettere l’olio nella moto e dare lo spray alla catena.
L’aspetto dell’albergo a dispetto del prezzo è imponente
le camere invece in linea col costo
Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo
Alla fine tramite sms apprendo che Ed è in un qualche parco dove arrivano le macchine del Rally ed è presente anche il presidente. Magari riusciremo ad incontrarci dopo. Quando esco vedo una piazzetta dove si stanno esibendo dei gruppi e dei cantanti del folklore turkmeno e quindi mi fermo un po’.
poi mentre con la moto sono vicino alla zona degli alberghi di lusso, improvvisamente vedo Ed a piedi. Lo chiamo e lui mi propone una birra in un pub citato nella Lonely Planet. Siamo vicinissimi e noto che è proprio sotto ad un albergo con parecchie stelle. Ci sediamo al bancone e lui ordina un paio di birre. Il barista chiede se vogliamo anche dei pop corn e dei salatini: ok. Io me l’aspettavo, ma lui rimane di stucco col conto: 15$ a testa…si pagavano anche i salatini. Del resto appena entrati avevo notato alcune ragazze ai tavoli con quelli che erano sicuramente clienti dell’albergo e visto che le differenze d’età erano del tipo papà e figlia…insomma. Infatti dopo un po’ una ragazza si siede vicino a noi: chiacchieriamo, ma si capisce subito che non siamo dei turisti “adatti†a lei, ma evidentemente ha un po’ di tempo libero.
Finite le birre torno in albergo caricando Ed e ci mettiamo d’accordo per il mattino dopo per andare al bazar a cercare un taxi che possa portarlo al confine con l’Uzbekistan: anche lui seguirà il mio percorso fino a Keneurghench.
Oggi è il 14 e per prima cosa passiamo dall’ufficio dell’Ente della Cultura del Turkmenistan: nella foto potete vedere l’unico libro in pratica che venga venduto. Una delirante opera omnia dell’ex presidente Nyýazow…esiste anche la traduzione in italiano !
siamo usciti a piedi e quindi prendiamo un passaggio per raggiungere il bazar. Non è necessario trovare un taxi in quei paesi: agitate la mano e immediatamente qualcuno si fermerà . Concordate il prezzo e poi salite in macchina. La gente del posto lo fa per ammortizzare le spese della benzina.
Inutile, per me il bazar è sempre uno spettacolo
Alla fine Ed trova un pulmino/taxi da 8 persone che partirà verso le 6 del pomeriggio e a mezzanotte raggiungerà il nord del paese. Già che siamo lì, lui cambia 20$, sempre con 2,6 $=1 Malnat. Poi al ritorno in albergo ci salutiamo: io vado a vedere la città in moto, lui lo ha fatto ieri pomeriggio. Magari ci rincontreremo. Ho comunque un problema: ho finito i tagli piccoli dei $ e sono con 600 $ in tagli da 100 $ più gli ultimi 20 $. In due banche mi rispondono picche, che non cambiano $ con altri $ di taglio più piccolo: mi scoccia cambiare 100$ in malnat, non vorrei ritrovarmeli sul gozzo. Al di fuori del Turkmenistan non li vuole nessuno. Alla fine sto per rassegnarmi, poi penso che sono nella capitale: vado alla banca nazionale. Qui miracolo, cambiano anche in tagli più piccoli: cambio 200$ e mi danno di tutto dai 5, 10,20 e 50 !!!. Ora via per Ashgabat
mica male questa statuetta ehh?
anche il nuovo presidente non scherza
appena però esci dalle strade principali, lo scenario cambia drasticamente
poi mentre con la moto sono vicino alla zona degli alberghi di lusso, improvvisamente vedo Ed a piedi. Lo chiamo e lui mi propone una birra in un pub citato nella Lonely Planet. Siamo vicinissimi e noto che è proprio sotto ad un albergo con parecchie stelle. Ci sediamo al bancone e lui ordina un paio di birre. Il barista chiede se vogliamo anche dei pop corn e dei salatini: ok. Io me l’aspettavo, ma lui rimane di stucco col conto: 15$ a testa…si pagavano anche i salatini. Del resto appena entrati avevo notato alcune ragazze ai tavoli con quelli che erano sicuramente clienti dell’albergo e visto che le differenze d’età erano del tipo papà e figlia…insomma. Infatti dopo un po’ una ragazza si siede vicino a noi: chiacchieriamo, ma si capisce subito che non siamo dei turisti “adatti†a lei, ma evidentemente ha un po’ di tempo libero.
Finite le birre torno in albergo caricando Ed e ci mettiamo d’accordo per il mattino dopo per andare al bazar a cercare un taxi che possa portarlo al confine con l’Uzbekistan: anche lui seguirà il mio percorso fino a Keneurghench.
Oggi è il 14 e per prima cosa passiamo dall’ufficio dell’Ente della Cultura del Turkmenistan: nella foto potete vedere l’unico libro in pratica che venga venduto. Una delirante opera omnia dell’ex presidente Nyýazow…esiste anche la traduzione in italiano !
siamo usciti a piedi e quindi prendiamo un passaggio per raggiungere il bazar. Non è necessario trovare un taxi in quei paesi: agitate la mano e immediatamente qualcuno si fermerà . Concordate il prezzo e poi salite in macchina. La gente del posto lo fa per ammortizzare le spese della benzina.
Inutile, per me il bazar è sempre uno spettacolo
Alla fine Ed trova un pulmino/taxi da 8 persone che partirà verso le 6 del pomeriggio e a mezzanotte raggiungerà il nord del paese. Già che siamo lì, lui cambia 20$, sempre con 2,6 $=1 Malnat. Poi al ritorno in albergo ci salutiamo: io vado a vedere la città in moto, lui lo ha fatto ieri pomeriggio. Magari ci rincontreremo. Ho comunque un problema: ho finito i tagli piccoli dei $ e sono con 600 $ in tagli da 100 $ più gli ultimi 20 $. In due banche mi rispondono picche, che non cambiano $ con altri $ di taglio più piccolo: mi scoccia cambiare 100$ in malnat, non vorrei ritrovarmeli sul gozzo. Al di fuori del Turkmenistan non li vuole nessuno. Alla fine sto per rassegnarmi, poi penso che sono nella capitale: vado alla banca nazionale. Qui miracolo, cambiano anche in tagli più piccoli: cambio 200$ e mi danno di tutto dai 5, 10,20 e 50 !!!. Ora via per Ashgabat
mica male questa statuetta ehh?
anche il nuovo presidente non scherza
appena però esci dalle strade principali, lo scenario cambia drasticamente
Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo
qui accade l’imprevisto. Mi fermo da un mercatino per comprare un poco d’acqua e un paio di scatolette. Dei venditori di cocomero vengono mentre sto parcheggiando la moto per vederla, ma iniziano a toccarla e uno gira anche la manopola del gas. Gli chiedo di non toccare nulla poi la chiudo e vado a far spesa. Dopo 20 minuti torno alla moto: sono poco più delle due e mezza del pomeriggio. Decido di partire, cosa mai sto a fare un’altra serata ad Ashgabat ? Meglio fermarsi in un paesino mentre mi dirigo al confine a nord. Oggi è il 14, spezzo la tappa in due e magari il 15 riesco a passare la frontiera. Il visto scade il 16, meglio avere un giorno di riserva. Salgo, giro la chiave, luce verde della batteria, ma la moto non parte: ma come, così all’improvviso ? Provo e riprovo,niente. Guardo i venditori di cocomeri, possibile che abbiano combinato loro qualcosa, solo perché gli ho detto di non toccare la moto? Provo a spingerla, nulla. Un signore mi aiuta, ma anche così niente. Mi spiega dov’è un meccanico. Mentre spingo la moto, ci penso e mi fermo. Giro la chiave, luce verde, quindi la corrente c’è. Un contatto ? Provo a smuovere i fili che partono dal pulsante dell’accensione, niente, ma noto qualcosa. Questo strano bottoncino rosso ha il disegno delle due posizioni, premuto e no. Io non so cosa sia e non l’ho mai usato, ma ora è premuto in giù. Lo porto nell’altra posizione e miracolo: la moto parte. Al ritorno il meccanico mi spiegherà poi che è il pulsante di emergenza che spegne immediatamente il circuito elettrico…averlo saputo.
Prima delle 4 di pomeriggio sono già in strada verso l’Uzbekistan. Dalla mia cartina sono circa 540 km. Vediamo un po’ fin dove si arriva.
Partenza
questo è stato il mio percorso, la notte del 14 ho dormito a Darvaza. Ho indicato i km fra le città , ma i punti in cui sono situate (comunque lungo la strada) li ho messi a occhio.
paese che vai cartello che trovi
a Bahakardok ho fatto il pieno e comprato in questo negozio acqua e una scatoletta di carne: il riso l’avevo preso al bazar di Ashgabat
la strada e bella diritta, ma viaggiare con ai lati il deserto è per me un’esperienza nuovissima. Chissà come deve essere fantastico guidare proprio sulle dune, ma io non devo nemmeno pensare di provarci. Partire nel pomeriggio comunque fa si che la temperatura sia calata, ma se vivi a Modena, alla fine puoi affrontare qualunque clima: freddo cane con nebbia d’inverno e caldo porco con altissima umidità ed assenza di vento in estate !
questa è una delle foto che mi è piaciuta di più
ormai il sole sta calando
io avevo in mente di raggiungere Darvaza, per dormire, ma sono tranquillo. Parallela alla strada c’è la ferrovia e circa ogni 30 km c’è una stazione, piccola, ma sono pur sempre dei muri. Al massimo mi fermerò da una di quelle. Sono oltre le nove di sera ed è notte, ma vedo il cartello Darvaza, ma dopo 1 km niente. Poi di nuovo il cartello Darvaza, 2 km e niente. Mi fermo ad una specie di incrocio della strada principale con una strada laterale sterrata: ho visto quella che sembra una fabbrica e delle macchine ferme, anche un camion gira. Vado ed arrivo da quella gente: stanno uscendo dal lavoro. Darvaza chiedo ? Da. Gastinizia (hotel ) chiedo allora ? Niet. Perfetto. Alla fine capisco, Darvaza non è una città , ma un posto . In seguito scoprirò che si tratta di un villaggio di circa 350 persone , nel mezzo del deserto del Kara-Kum, che ancora conservano parzialmente abitudini di vita nomade, mentre la zona è ricca di gas naturale. Non ho benzina per raggiungere il confine, ma ci penserò poi domani. Chiedo se si possa mangiare e un tipo mi dice che poco più avanti c’è un posto dove preparano dell’ottimo cibo. Vado ed arrivo ad una piccola casa in muratura con un paio di camion e qualche auto ferma. Scendo dalla moto. Davanti alla casa la gente mangia seduta per terra sulle coperte sul rialzo di cemento davanti. Dentro vi sono 2 zone: la cucina con un’apertura/bancone nel muro per portare il cibo e un’altra stanza per mangiare all’interno. Un camionista mi chiede se voglio mangiare: quanti spiedini (shaslik) voglio? Ne prendo 2. Mi accomodo fuori, ma i gestori mi invitano a mangiare dentro: sono l’ospite d’onore.
più fresca di così la carne non poteva essere
nella cucina, mentre il cuoco prepara la carne per il giorno dopo un vecchietto guarda in continuazione alla tv dei dvd con video musicali di cantanti turamene, uzbeke e così via. Diciamo che più che le canzoni guarda le ragazze, ma del resto a 260 km da Ashgabat, nel mezzo del deserto…
Dopo il caffè, chiedo se posso dormire lì. Mi danno una delle loro coperte imbottite e mi fanno sistemare fuori dalla casa. Ho il sacco a pelo e la temperatura è perfetta.
nell’altro pezzo di rialzo stanno mangiando dei camionisti kazaki: come fai a rifiutare un giro di vodka ?
Poi ripartono, ma fino alle tre e mezza sarà un continuo arrivare e ripartire di auto e camion. Un altro degli uomini che era nella cucina, viene a sistemarsi per la notte di fianco a me. Gli chiedo come mai non dorma dentro. Mi spiega che lui deve alzarsi presto: è il pastore delle capre ( i miei spiedini) e lui si alza presto: poi ride e si stringe il naso per farmi capire che lui puzza. Mi viene in mente che forse per lo stesso motivo hanno messo fuori anche me. Poi arriva il vecchietto della cucina e mi mostra il suo cellulare: caspita, altro che il mio Nokia da 28€: il suo ha anche i filmati in Real Player. Potete immaginare che tipo di filamti avesse memorizzati, ma comunque dopo averne visto qualcuno capisco che le scene di sesso orale sono le sue preferite.
A un certo punto riesco quasi a dormire, il cielo è completamente stellato, tira del vento, ma in un verso che la casa ripara….silenzio…calma poi improvvisamente una voce che urla :†Matazicla ? Italianski? “ stanno parlando di me. Mi stropiccio gli occhi e ci sono due persone vicine alla moto. In russo spiego che vengo dall’italia, sono un turista. Uno dei due, Yuri, è un fanatico delle moto ! Dobbiamo brindare con della vodka: siamo amici. Vabbè alle 3 di notte immagino favorirà il sonno. Sono 2 saldatori siberiani che lavorano per la Gazprom e devono andare ad Ashgabat. Yuri mi fa un regalo: un proiettile, lui ne ha tanti con sé. Non vorrei che si offendesse rifiutando il brindisi e magari tirasse fuori il necessario per usarli i proiettili (scherzo9). Loro mangiano e beviamo la vodka. Ok ? No , capirai. Una vodka fra amici significa 3 giri, mi mostra le dita.
poi ripartono, torno nel sacco a pelo, il pastore russa, ma mi addormento: mi sveglio al mattino
Prima delle 4 di pomeriggio sono già in strada verso l’Uzbekistan. Dalla mia cartina sono circa 540 km. Vediamo un po’ fin dove si arriva.
Partenza
questo è stato il mio percorso, la notte del 14 ho dormito a Darvaza. Ho indicato i km fra le città , ma i punti in cui sono situate (comunque lungo la strada) li ho messi a occhio.
paese che vai cartello che trovi
a Bahakardok ho fatto il pieno e comprato in questo negozio acqua e una scatoletta di carne: il riso l’avevo preso al bazar di Ashgabat
la strada e bella diritta, ma viaggiare con ai lati il deserto è per me un’esperienza nuovissima. Chissà come deve essere fantastico guidare proprio sulle dune, ma io non devo nemmeno pensare di provarci. Partire nel pomeriggio comunque fa si che la temperatura sia calata, ma se vivi a Modena, alla fine puoi affrontare qualunque clima: freddo cane con nebbia d’inverno e caldo porco con altissima umidità ed assenza di vento in estate !
questa è una delle foto che mi è piaciuta di più
ormai il sole sta calando
io avevo in mente di raggiungere Darvaza, per dormire, ma sono tranquillo. Parallela alla strada c’è la ferrovia e circa ogni 30 km c’è una stazione, piccola, ma sono pur sempre dei muri. Al massimo mi fermerò da una di quelle. Sono oltre le nove di sera ed è notte, ma vedo il cartello Darvaza, ma dopo 1 km niente. Poi di nuovo il cartello Darvaza, 2 km e niente. Mi fermo ad una specie di incrocio della strada principale con una strada laterale sterrata: ho visto quella che sembra una fabbrica e delle macchine ferme, anche un camion gira. Vado ed arrivo da quella gente: stanno uscendo dal lavoro. Darvaza chiedo ? Da. Gastinizia (hotel ) chiedo allora ? Niet. Perfetto. Alla fine capisco, Darvaza non è una città , ma un posto . In seguito scoprirò che si tratta di un villaggio di circa 350 persone , nel mezzo del deserto del Kara-Kum, che ancora conservano parzialmente abitudini di vita nomade, mentre la zona è ricca di gas naturale. Non ho benzina per raggiungere il confine, ma ci penserò poi domani. Chiedo se si possa mangiare e un tipo mi dice che poco più avanti c’è un posto dove preparano dell’ottimo cibo. Vado ed arrivo ad una piccola casa in muratura con un paio di camion e qualche auto ferma. Scendo dalla moto. Davanti alla casa la gente mangia seduta per terra sulle coperte sul rialzo di cemento davanti. Dentro vi sono 2 zone: la cucina con un’apertura/bancone nel muro per portare il cibo e un’altra stanza per mangiare all’interno. Un camionista mi chiede se voglio mangiare: quanti spiedini (shaslik) voglio? Ne prendo 2. Mi accomodo fuori, ma i gestori mi invitano a mangiare dentro: sono l’ospite d’onore.
più fresca di così la carne non poteva essere
nella cucina, mentre il cuoco prepara la carne per il giorno dopo un vecchietto guarda in continuazione alla tv dei dvd con video musicali di cantanti turamene, uzbeke e così via. Diciamo che più che le canzoni guarda le ragazze, ma del resto a 260 km da Ashgabat, nel mezzo del deserto…
Dopo il caffè, chiedo se posso dormire lì. Mi danno una delle loro coperte imbottite e mi fanno sistemare fuori dalla casa. Ho il sacco a pelo e la temperatura è perfetta.
nell’altro pezzo di rialzo stanno mangiando dei camionisti kazaki: come fai a rifiutare un giro di vodka ?
Poi ripartono, ma fino alle tre e mezza sarà un continuo arrivare e ripartire di auto e camion. Un altro degli uomini che era nella cucina, viene a sistemarsi per la notte di fianco a me. Gli chiedo come mai non dorma dentro. Mi spiega che lui deve alzarsi presto: è il pastore delle capre ( i miei spiedini) e lui si alza presto: poi ride e si stringe il naso per farmi capire che lui puzza. Mi viene in mente che forse per lo stesso motivo hanno messo fuori anche me. Poi arriva il vecchietto della cucina e mi mostra il suo cellulare: caspita, altro che il mio Nokia da 28€: il suo ha anche i filmati in Real Player. Potete immaginare che tipo di filamti avesse memorizzati, ma comunque dopo averne visto qualcuno capisco che le scene di sesso orale sono le sue preferite.
A un certo punto riesco quasi a dormire, il cielo è completamente stellato, tira del vento, ma in un verso che la casa ripara….silenzio…calma poi improvvisamente una voce che urla :†Matazicla ? Italianski? “ stanno parlando di me. Mi stropiccio gli occhi e ci sono due persone vicine alla moto. In russo spiego che vengo dall’italia, sono un turista. Uno dei due, Yuri, è un fanatico delle moto ! Dobbiamo brindare con della vodka: siamo amici. Vabbè alle 3 di notte immagino favorirà il sonno. Sono 2 saldatori siberiani che lavorano per la Gazprom e devono andare ad Ashgabat. Yuri mi fa un regalo: un proiettile, lui ne ha tanti con sé. Non vorrei che si offendesse rifiutando il brindisi e magari tirasse fuori il necessario per usarli i proiettili (scherzo9). Loro mangiano e beviamo la vodka. Ok ? No , capirai. Una vodka fra amici significa 3 giri, mi mostra le dita.
poi ripartono, torno nel sacco a pelo, il pastore russa, ma mi addormento: mi sveglio al mattino
Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo
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....meraviglioso....!
devo farti i complimenti e ringraziarti per farci vivere l'atmosfera di paesi sconosciuti..fuori dal circuito del solito turismo... di cui sinceramente ignoravo sia l'esistenza che le fattezze.
Quello che sinceramente mi stupisce è la generosità e l'ospitalità di questi popoli( già notata nei tuoi precedenti viaggi) .....se si provasse a fare lo stesso giro in italia ci si troverebbe soltanto con porte chiuse in faccia..... "hai sete?"..... " Vai al Bar"
BRAVO MOMI ottimo reportage! e molto coraggio
devo farti i complimenti e ringraziarti per farci vivere l'atmosfera di paesi sconosciuti..fuori dal circuito del solito turismo... di cui sinceramente ignoravo sia l'esistenza che le fattezze.
Quello che sinceramente mi stupisce è la generosità e l'ospitalità di questi popoli( già notata nei tuoi precedenti viaggi) .....se si provasse a fare lo stesso giro in italia ci si troverebbe soltanto con porte chiuse in faccia..... "hai sete?"..... " Vai al Bar"
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XL500R 1982 PD 02 RED/WHITE
SALUDI, TRIGU E TAPPU DE ORTIGU!
"..A s'inimigu parare, a sa justizia fuire.."
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veramente ottimo.. ..ma se posso darti un consiglio relativo al tuo lavoro di report..
..apriti un lbog su wordpress.com o bloggers.com, e impagini tutto lì, esattamente come stasi facendo qui, ma a differenza di forum altrui, manterrai per sempre i tuoi album di viaggio, potendo postare solamente dei link su tutti i forum che vuoi.. ..sono sicuro che il tuo lavoro sarebbe sicuramente più provicuo..
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Almakantara
XL600 R '83
XL600 R '83 "e2"
XL600 RM '86
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" 'Mbriachi SEMPRE, Bevuti MAI"
"che' perder tempo a chi più sa più spiace"
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La vedo come una forma di cortesia verso i forum da cui ho preso informazioni o che ho consultato.almakantara ha scritto:veramente ottimo.. ..ma se posso darti un consiglio relativo al tuo lavoro di report..
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Aprire un blog è troppo professionale
Ciao amici
Ogni grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo
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beh, non ho detto sito (Quello si che è professionale..), ma un blog è anche e soprattutto amatoriale.. ..senza contare che tra un po' aprire questa pagina con tutte le foto sarà un'impresa.. ..sul blog puoi realizzare della gallerie più funzionali e funzionanti..momi20 ha scritto:La vedo come una forma di cortesia verso i forum da cui ho preso informazioni o che ho consultato.almakantara ha scritto:veramente ottimo.. ..ma se posso darti un consiglio relativo al tuo lavoro di report..
..apriti un lbog su wordpress.com o bloggers.com, e impagini tutto lì, esattamente come stasi facendo qui, ma a differenza di forum altrui, manterrai per sempre i tuoi album di viaggio, potendo postare solamente dei link su tutti i forum che vuoi.. ..sono sicuro che il tuo lavoro sarebbe sicuramente più provicuo..
Aprire un blog è troppo professionale
Ciao amici
..e te lo dico da professionista del settore IT
..anzi, vuoi mettere il bello che poi sul blog ringrazi tutti i vari forum consultati, e fai pubblicità a tutti (altro bel gesto), senza fare torto a nessuno..
P.S.: ad ogni modo, quello che fai rimane "epico", quindi poi dove e come lo metti è relativo, e nn cambia di certo il senso di tutto..
Almakantara
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mi basta vedere il mio paese (intendo l'Italia)....kaku500r ha scritto:......e come ti farebbe bene vedere quei posti...djembe ha scritto:semplicemente meraviglioso! Grazie per aver conddiviso la tua esperienza!
P.s.: e io che mi faccioi problemi con il mio 350
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piccolo aggiornamento.. ..al contrario di quanto dice bossi, milano non è l'italia.. ..quindi dovresti cominciare a uscire dai confini meneghinidjembe ha scritto:mi basta vedere il mio paese (intendo l'Italia)....kaku500r ha scritto:......e come ti farebbe bene vedere quei posti...djembe ha scritto:semplicemente meraviglioso! Grazie per aver conddiviso la tua esperienza!
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Il dubbio di cui parli è abbastanza comuna, ma vedi tutte le mie esperienze su due ruote erano limitate all'Europa occidentale girata con la mia vespa PX 125.djembe ha scritto:semplicemente meraviglioso! Grazie per aver conddiviso la tua esperienza!
P.s.: e io che mi faccioi problemi con il mio 350
La mia moto l'ho comprata lo scorso anno usata su internet: è la mia prima moto in assoluto. La mia incompetenza in fatto di meccanica è enorme, ma per partire e viaggiare su strade normali credo non sia indispensabile. A me viaggiare su un 350 da ancora l'impressione di essere su un bolide mangiastrada: pensa riesco a tenere costanti i 90 km/h.
Il mio primo viaggio è stato a 19 anni a Parigi.
Ero arrivato a Cannes con altri miei amici (tutti in Vespa). Loro tornarono a casa, ma io decisi di andare a vedere la capitale.
Non avevo mappe o altro: mi ricordo che entrai in un bar dove avevo visto parcheggiati dei camion e col mio francese (ricordi delle medie) chiesi "Scusate per andare a Parigi ?".
Praticamente è l'equivalente che entrare in un bar di Trento e chiedere informazioni per andare a Bari.
Praticamente si erano tutti messi a ridere, poi un camionista mi accompagnò fuori e mi disse solo " Strada nazionale 7 sempre dritto, al cartello Parigi cerca la Torre Eiffel"
Alla fine ci sono riuscito
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