djembe ha scritto:TambourineMan ha scritto:kaku500r ha scritto:
Ovviamente questa è la mia visione.....non la bibbia.
Anche perchè se le tue parole lo fossero... non avremmo più dubbi su chi votare... Kaku for President!!!
Si è montato la testa!! Nel bel esempio di equilibrio dimostrato dimostra di essere unto dal Signore!!! Ormai è pronto per il premierato.
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Si può essere comunisti oggi?
di Chiara Montorsi - 22 maggio 2003
In una intervista a "Parlamento in" di sabato 5 maggio 2003, l'On.Marco Rizzo, rappresentante di Comunisti Italiani alla Camera, ha risposto prontamente ad alcune brucianti domande, a cui nei propri scritti, prima del 1994, aveva già risposto K.R.Popper, noto filosofo contemporaneo. Vogliamo riproporre queste riflessioni, onde stimolare i giovani comunisti e gli incerti alla riflessione su una teoria ormai tanto confutata.
Sociologia e psicologia: perché il comunismo non funziona
Riferendosi al regime dittatoriale di Fidel Castro l'On. Rizzo ha affermato "...è proprio oggi, da quando è caduto il muro di Berlino, che bisogna dimostrare lealtà ad un paese comunista, soprattutto se si pensa che è situato vicino agli Stati Uniti, circondato da paesi opprimenti. In ragione di questa situazione, è normale che il regime di Fidel Castro debba attuare dei colpi di mano violenti, degli atti di inciviltà ". E' questo il concetto di lealtà che unisce i comunisti nel mondo? Un sentimento tribale e istintivo di attaccamento al gruppo ovunque sia e qualunque cosa faccia? Essere leali al regime di Fidel Castro significa semplicemente volere mantenere nostalgico attaccamento a un credo (quello comunista) che è già stato sconfitto dalla propria applicazione, dalla storia e da se stesso in tutti i paesi in cui si è tramutato da ideologia ispirante il riscatto sociale e la lotta di classe, in metodo di gestione del potere al governo.
Rispondiamo citando anche qualche verso di K.R.Popper: "Nel marxismo l'elemento religioso è inequivocabile. L'elemento profetico nel credo di Marx è rimasto predominante nelle menti dei suoi seguaci, bandendo la forza del giudizio spassionato e critico e distruggendo la convinzione che con l'uso della ragione possiamo cambiare il mondo"
Anche François Furet, storico francese rinomato per le sue opere sulla Rivoluzione francese, peraltro Presidente della fondazione Saint-Simon, ha sciolto eventuali dubbi sul punto:
"...il comunismo ha avuto l'ambizione di essere conforme al necessario sviluppo della ragione storica, instaurando la dittatura del proletariato. Il comunismo ha dato il beneficio della certezza, all'uomo smarrito nella storia, offrendo quindi una illusione, ben più pericolosa rispetto a un mero calcolo machiavellico di mezzi e fini per il perseguimento di una giusta causa. Non è stato un errore di giudizio, correggibile con l'esperienza, bensì un investimento psicologico, paragonabile a quello di una fede religiosa, con obiettivo però storico, non umano. Il comunismo non ha creato un uomo nuovo, ha voluto superare la storia, non attraverso il graduale cambiamento dell'uomo, ma attraverso il potere coercitivo delle istituzioni e l'impeto rivoluzionario delle masse."
Nella tensione tra l'universalità astratta dell'ideologia e la sua esigenza di incarnazione nella storia, il comunismo, nella transizione dal mondo delle idee al socialismo reale, fu vissuto, senza essere una religione, come una vera e propria profezia. La verità di qualsiasi profezia sta tuttavia nel suo realizzarsi nel tempo. L'ideologia comunista originaria non si è mai realizzata!!....ma l'illusione continua a resistere...!
L'illusione governante l'animo umano si nutre della storia stessa, integrando nel proprio credo gli accadimenti, reinterpretandoli alla luce dell'ideologia, dando loro una giustificazione logica coatta.Questo è quello che fanno i comunisti ancora oggi e che tenta di fare anche l'On.Rizzo: mistificazione dei fatti al servizio dell'illusione, che si tramuta spesso ahimè in maliziosa e cinica menzogna. Il comunismo è stato dunque un credo nella salvezza dell'uomo attraverso la storia ed è stato smentito e dalla storia stessa. Marx aveva individuato le fasi della storia umana: dal comunismo naturale delle società tribali primitive, alla fase schiavista, poi feudale, borghese e capitalista, per poi giungere all'obiettivo finale di comunismo puro con l'abolizione della proprietà , realizzando una società in cui nessuno possiede nulla e ciascuno si comporta secondo inclinazione naturale.
Questo pensiero, anche come utopia, non è perfetto: è, invero, un' aporia, una strada cieca, già intuitivamente, poiché chiunque capisce che gli individui sono tutti diversi tra loro e che l'armonia non può venire dall'omologazione, bensì dal rispetto delle differenze...come si può continuare a crederci?
Insomma...chi crede nel comunismo oggi è in realtà persona pavida, nostalgica, che non si vuole interrogare su come migliorare questa società oggi, nel contesto economico-culturale attuale. E' facile e comodo difendere una ideologia irrealizzabile e sconfitta, solidarizzando con società lontane da quella in cui si vive: fa sentire eroi, impegnati, senza le fatiche dell'impegno vero e concreto, critico e responsabile.
Chiara Montorsi