Indonesia 2015: Thunder di nome non di fatto
Inviato: mer lug 15, 2015 1:17 pm
Spero di non risultare "intruso" in quanto la vacanza fatta è avvenuta in sella ad un Suzuki Thunder 125
Ciao a tutti, amici, conoscenti e comunque due ruote in genere. Quest’anno vacanza in Indonesia, paese dove non ero mai stato: sinceramente, avevo voglia di tornare in Asia. Devo ammettere che dell’Indonesia non sapevo (ma nemmeno adesso), quasi nulla. Da ricordi delle elementari mi era tornato in mente il nome di Labuan, Lady Marianna, la Perla di Labuan, l’amore impossibile del pirata Sandokan. L’esplosione del vulcano Krakatoa e che altro ‘ Ahh, importantissimo: la scena punk dell’Indonesia è la più attiva e prolifica dell’intera Asia, politicamente schieratissima e che ha avuto parecchi problemi, specialmente nella regione semi autonoma di Aceh, dove nel 2011 64 ragazzi furono arrestati senza alcuna accusa specifica e poi rasati a zero e spediti in un campo di “rieducazione” http://325.nostate.net/?p=3686
La presenza di una scena punk viva ed attiva mi è subito balzata agli occhi, fin dal mio arrivo.
Un po’ di numeri per inquadrare la vacanza. Ho volato con la Turkish Airlines: Bologna-Istanbul-Jakarta A/R per 477 €.
Per la moto non è stato poi semplice. Non so quanto venga applicata la norma, ma i turisti non possono guidare più di un 220 cc di cilindrata. Ho cercato parecchi in rete, ma non ho trovato poi tanti noleggi e i prezzi erano abbastanza proibitivi per una moto che nemmeno arrivava a 250 cc. L’unica alternativa, reale ed economicamente conveniente sarebbe stato il noleggio di uno di quei motorini a presa diretta 150 cc: su Facebook ne avevo trovati alcuni e qui si andava a spendere meno di 8$ al giorno. Altri preventivi, erano attorno ai 1000 € per il periodo dal 28 maggio al 14 giugno.
Alla fine mi è venuta in aiuto la IndoCamper, un’agenzia di noleggio di Bali http://www.indocampers.com/bikes.html e tramite il titolare, un’austrauliano di nome Paul, ci sono saltato fuori. L’agenzia ha una sede a Bali e una a Brisbane in Australia. Le prime volte che ho telefonato all’agenzia di Bali, gli impiegati,che non parlavano bene inglese, mi dicevano sempre “Paul no office”. Dopo un paio di settimane ho cominciato a dubitare dell’esistenza di questa persona sempre e solo contattata via mail. Una volta ho deciso di telefonare in Australia: mi ha risposto Paul. Lui segue la sede australiana e ogni tanto va a Bali a controllare l’agenzia. Ridendo gli ho suggerito di dare qualche indicazione di massima ai suoi collaboratori di Bali, per non ingenerare dubbi nei clienti. Alla fine, il noleggio dal 28 maggio al 14 giugno, compreso il drop off della moto (me l’avrebbero portata a Jakarta) mi è costato 441$, circa 400 €. Il pagamento è stato un poco strano: ho creato un’account pay pal, poi mi è arrivato il link ad un negozio di souvenir on line di Bali, che mi ha fatto acquistare un miscellaneus di souvenir….che guarda un po’ costava 441$. 5 giorni prima di partire mi sono accorto che per l’Indonesia è necessario il visto (qualcosa sfugge sempre nella fase organizzativa), ma niente panico: come in Vietnam, per 35 $ è possibile fare il visto on arrival, direttamente all’aeroporto., Con le altre spese là, cibo alloggio, benzina, souvenir monumenti ecc.. ho speso 458 €, per un costo totale di 1.335€.

Ho deciso di andare via solamente con lo zaino verde leggero ed una borsa piccola per il casco: alla fine sono riuscito a stare in 2 bagagli a mano per un peso complessivo di 11,5 kg.

Per la borsa portacasco, ringrazio lo storico negozio King di Modena, specializzato nel settore sci: la borsa per gli scarponi è di misura ideale per il casco: inoltre, si può riempirlo con altri capi di vestiario. Il percorso che avevo studiato, aveva in programma solamente alcuni punti dell’isola di Java: il tempio Borobudur, la città balneare di Pangadaran e un passaggio vicino a Labuan per valutare la possibilità di una gita in barca al vulcano Krakatoa. Alla fine ho scartato Bali e Komodo (i draghi) per il fatto di dover dipendere troppo dai traghetti e ho pensato a Sumatra. Le attrazioni principali sono nella parte centrale e al nord, ma da Bakauheni ( il punto in cui arrivate col traghetto da Java) alla capitale dell’isola, Medan, son 1800 km sola andata: i giorni a mia disposizione (oltre alla moto) non me lo avrebbero permesso. Ho individuato un parco nazionale Way Kambas, un’insignificante cittadina nel mezzo Lahat e una costa da percorrere per ridiscendere a prender eil traghetto: qualcos’altro lo avrei poi trovato per strada. Tanto per dare un’idea da Medan (Sumatra) fino a Bima (Sumbawa) sono circa 3700 km più 3 o 4 traghetti.
Sono partito il 26 maggio da Bologna e alle 17.00 locali del 27/05/15 sono atterrato a Jakarta.
Il mio arrivo all’aeroporto di Jakarta

Negli ultimi anni ho sempre avuto dei problemi con le carte di credito e mi sono sempre salvato grazie ai contanti che porto sempre con me. Stavolta la mia VISA funziona al primo colpo: una foro era d’obbligo

Fuori dell’aeroporto becco subito le moto della polizia.

Avevo prenotato un posto letto all’ostello Six Degrees e le indicazioni per raggiungerlo coi mezzi pubblici erano abbastanza semplici: poi devo dire che mi piace riuscire ad usare bus e metro locali. Sul loro sito http://jakarta-backpackers-hostel.com/ dicono di prendere il bus pubblico Damri e scendere alla Gambir Station: prezzo del biglietto 40.000 rupie indonesiane=2,7 €.
Alla Gambir Station, primo pasto indonesiano


Siete proprio dal parco dove è situato il monumento nazionale che simboleggia l’indipendenza indonesiana, il Monas, una torre di 450 mt, l’equivalente della Statua della Libertà di New York o della Torre Eiffeldi Parigi.
Per le foto notturne ho fatto il possibile

Apro una parentesi. Quest’anno mi sono ritagliato il tempo per seguire un corso di fotografia di base, un ciclo di 8 lezioni ed alcune uscite collettive. Il corso era davvero organizzato bene e tenuto da un fotografo davvero appassionato del suo lavoro: purtroppo credo di essere risultato uno degli allievi peggiori che mai abbiano partecipato a questi corsi, sia dal punto di vista tecnico che delle doti naturali di scelta dell’inquadratura e del soggetto e della composizione. Qualche concetto, a fatica, mi è comunque entrato in testa e spero talvolta se ne vedrà traccia.
Il corso è stato tenuto dalla A.C Factory di Modena http://www.acfactory.it/ sotto la supervisione di Paolo Gualdi e suo figlio Andrea, che ringrazio per la pazienza dimostrata.
Gli ultimi 5 km per arrivare all’ostello li percorro caricato su un motorino che era dalla stazione.
http://www.youtube.com/watch?v=xI_4wHSRNqM
Sono arrivato all’ostello verso le 10 di sera. Sono uscito per un giretto, ma poi a nanna: il giorno dopo sarei andato a ritirare la moto.
28/05/15
Mi alzo davvero presto e prima che alle 7 si inizi a servire la colazione ho già fatto doccia e mi sono preparato per uscire. Il posto letto era circa sugli 8 €.


Con wifi e skype, non è poi difficile contattare Mr Cecep, il contatto di Paul a jakarta: il problema è il suo inglese limitato…Paul me lo aveva scritto:”No good english” La ragazza della reception parla con lui in indonesiano e alla fine si accorda per farmi arrivare col treno ad una stazione dove lui mi avrebbe aspettato. Io non lo avevo mai visto, ma ho poi immaginato che non ci sarebbero poi stati tanti occidentali con una borsa gialla contenente un casco.

Mr Cecep mi saluta subito alla stazione esalgo sul suo motorino per andare a casa sua a ritirare la moto: è vicino allo zoo di Jakarta. La mia seconda esperienza in moto in Indonesia: ricordo che si guida all’inglese e cioè a sinistra. C’è qualche senso unico in cui vedete il traffico nei 2 sensi, ma è normale.
http://www.youtube.com/watch?v=bNJA9eUmfsA
http://youtu.be/bNJA9eUmfsA

A casa di mr Cecep (maglia bianca) devo scegliere fra il Thunder e uno Yamaha (sempre 125): scelgo il Thunder perché ha gli specchietti retrovisori. Non mi fanno firmare nulla, mi consegnano chiavi della moto e i documenti: nessun contratto o altro che attesti la proprietà della moto da parte di Indocamper…perfetto, niente beghe burocratiche.
A posto, sono pronto per i miei primi km indonesiani. Mi faccio indicare la direzione per arrivare al Monas e parto. Colpo di fortuna dopo nemmeno 5 km incontro un concerto live di rap

http://www.youtube.com/watch?v=WtN2aacc5Io
Anzi, no, non è un concerto rap, ma una manifestazione sindacale: il sindacalista alterna i discorsi con stacchi di musica dove lui stesso canta. Non è poi una brutta idea: certo che sarebbe divertente vedere anche in italia i sindacalisti proporsi in questa maniera.


Stavano dimostrando contro questa compagnia per via delle coperture assicurative

Prima di rientrare in ostello cerco di fare una copia della chiave della moto, ma non è semplice, per via del fatto che è un modello del 2009: guardate però cos’ho trovato in un grande magazzino


In una strada vicina scomparivano gli edifici moderni, per lasciare spazio a stradine strette e tranquille: ne ho approfittato per uno spuntino e qualche foto fuori dalla calca





Quella di oggi era una giornata festiva e devo girare parecchio per trovare una catena ed un lucchetto per legare il casco alla moto e non dovermelo portare dietro nelle soste. Alla fine ci riesco in un negozio del mercato vicino alla stazione centrale dei treni


Sosta da una chiesa citata dalla mia guida, ma era chiusa

Alla sera ho fatto 2 passi fino al Monas e poi sono tornato indietro


Mi faccio l’idea che il traffico indonesiano è si il più congestionato che io abbia mai visto in Asia, ma è anche ordinatissimo: tutti seguono in maniera ordinata le varie “serpentine” che si creano nel flusso.
29/05/15 giovedì

Si parte

Uscire da Jakarta non dovrebbe essere difficile, visto che mi basterà percorrere pochi km su un’autostrada e poi prendere l’uscita con direzione Cirebon
L’entrata (masuk) la trovo abbastanza facilmente

Poi però imparo che le moto (forse solo quelle piccole) non possono circolare sull’autostrada. E chi mai ha controllato il percorso senza autostrada ? vabbè, chiedendo Cirebon per una trentina di volte riesco a trovare la direzione giusta. Caldo incredibile e dopo solo un’ora di moto tolgo la giacchetta antipioggia/antivento e tengo solo la shirt maniche lunghe e i guanti leggeri per proteggermi dal sole. Troppo caldo davvero.
In indonesiano Makan Rumah è il ristorante (letteralmente casa dove si mangia) e io ne trovo uno lungo la strada perfetto: organizzato self service coi piatti già pronti e dei lettini per il pisolino: meglio dell’autogrill.




Nel primo pomeriggio mi imbatto in una sfilata organizzata per i bambini penso delle elementari, con tanto di musica d’accompagnamento: coloratissimi i costumi



http://www.youtube.com/watch?v=ccFkfRz46FE
https://youtu.be/ccFkfRz46FE
Su di un ponte noto delle persone ai lati della strada con delle scope: mi sembra impossibile che si tratti di lavoratori. Infatti ,con le scope, raccolgono le offerte che i guidatori lanciano dai finestrini


Quando mi fermo per scattare qualche foto a questi pescatori, mi mangio le dita


Mi vedono e iniziano a farmi segno di salire: stanno partendo per la pesca. Parlando con un passante mi dice che grosso modo staranno fuori per 12 ore, quindi rientro il mattino dopo. Continuano a farmi segno di salire con loro, ma dove lascio la moto ? I bagagli ? Niente da fare nessun albergo in questo paesino. A malincuore devo rinunciare: lasciare la moto a casa di qualcuno mi pare un poco eccessivo. Che occasione persa. Ci fosse statoun’albergo avrei lasciato la moto in parcheggio e messo i bagagli in camera e mi sarei portato dietro il minimo indispensabile assieme ai documenti: che rabbia.
Preparazione dei segnali stradali per deviazioni e/o lavori in corso

Dal chiosco riesco a spiegare chi sono e cosa sto facendo grazie a questa ragazza che mastica un poco d’inglese: il frasario della Lonely Planet comprato su Amazon è un libretto con lo stretto indispensabile, ma purtroppo è solamente inglese-indonesiano e non viceversa…edizione del 1999

Arrivo a Cirebon verso sera, ma ci metto un poco a trovare un’albergo: quelli economici sono pieni, ma al terzo hanno un posto
Nella hall dell’albergo alcuni ragazzini stanno ripetendo assieme agli istruttori delle sequenze di kung-fu: sono qui a Cirebon per una prova di un campionato

La camera è un toccasana, davvero mi rendo conto che il caldo sarà un fattore…oltre alla maledetta sella del Thunder, che mi ricorda già i dolori patiti in Vietnam: domani meglio cercare un cuscino. A questo si aggiunge che, nonostante io a fatica raggiunga i 170 cm, i lThunder è davvero basso e al male al sedere, dopo un po’, inizia a sommarsi il dolore alle ginocchia.

Ciao a tutti, amici, conoscenti e comunque due ruote in genere. Quest’anno vacanza in Indonesia, paese dove non ero mai stato: sinceramente, avevo voglia di tornare in Asia. Devo ammettere che dell’Indonesia non sapevo (ma nemmeno adesso), quasi nulla. Da ricordi delle elementari mi era tornato in mente il nome di Labuan, Lady Marianna, la Perla di Labuan, l’amore impossibile del pirata Sandokan. L’esplosione del vulcano Krakatoa e che altro ‘ Ahh, importantissimo: la scena punk dell’Indonesia è la più attiva e prolifica dell’intera Asia, politicamente schieratissima e che ha avuto parecchi problemi, specialmente nella regione semi autonoma di Aceh, dove nel 2011 64 ragazzi furono arrestati senza alcuna accusa specifica e poi rasati a zero e spediti in un campo di “rieducazione” http://325.nostate.net/?p=3686
La presenza di una scena punk viva ed attiva mi è subito balzata agli occhi, fin dal mio arrivo.
Un po’ di numeri per inquadrare la vacanza. Ho volato con la Turkish Airlines: Bologna-Istanbul-Jakarta A/R per 477 €.
Per la moto non è stato poi semplice. Non so quanto venga applicata la norma, ma i turisti non possono guidare più di un 220 cc di cilindrata. Ho cercato parecchi in rete, ma non ho trovato poi tanti noleggi e i prezzi erano abbastanza proibitivi per una moto che nemmeno arrivava a 250 cc. L’unica alternativa, reale ed economicamente conveniente sarebbe stato il noleggio di uno di quei motorini a presa diretta 150 cc: su Facebook ne avevo trovati alcuni e qui si andava a spendere meno di 8$ al giorno. Altri preventivi, erano attorno ai 1000 € per il periodo dal 28 maggio al 14 giugno.
Alla fine mi è venuta in aiuto la IndoCamper, un’agenzia di noleggio di Bali http://www.indocampers.com/bikes.html e tramite il titolare, un’austrauliano di nome Paul, ci sono saltato fuori. L’agenzia ha una sede a Bali e una a Brisbane in Australia. Le prime volte che ho telefonato all’agenzia di Bali, gli impiegati,che non parlavano bene inglese, mi dicevano sempre “Paul no office”. Dopo un paio di settimane ho cominciato a dubitare dell’esistenza di questa persona sempre e solo contattata via mail. Una volta ho deciso di telefonare in Australia: mi ha risposto Paul. Lui segue la sede australiana e ogni tanto va a Bali a controllare l’agenzia. Ridendo gli ho suggerito di dare qualche indicazione di massima ai suoi collaboratori di Bali, per non ingenerare dubbi nei clienti. Alla fine, il noleggio dal 28 maggio al 14 giugno, compreso il drop off della moto (me l’avrebbero portata a Jakarta) mi è costato 441$, circa 400 €. Il pagamento è stato un poco strano: ho creato un’account pay pal, poi mi è arrivato il link ad un negozio di souvenir on line di Bali, che mi ha fatto acquistare un miscellaneus di souvenir….che guarda un po’ costava 441$. 5 giorni prima di partire mi sono accorto che per l’Indonesia è necessario il visto (qualcosa sfugge sempre nella fase organizzativa), ma niente panico: come in Vietnam, per 35 $ è possibile fare il visto on arrival, direttamente all’aeroporto., Con le altre spese là, cibo alloggio, benzina, souvenir monumenti ecc.. ho speso 458 €, per un costo totale di 1.335€.

Ho deciso di andare via solamente con lo zaino verde leggero ed una borsa piccola per il casco: alla fine sono riuscito a stare in 2 bagagli a mano per un peso complessivo di 11,5 kg.

Per la borsa portacasco, ringrazio lo storico negozio King di Modena, specializzato nel settore sci: la borsa per gli scarponi è di misura ideale per il casco: inoltre, si può riempirlo con altri capi di vestiario. Il percorso che avevo studiato, aveva in programma solamente alcuni punti dell’isola di Java: il tempio Borobudur, la città balneare di Pangadaran e un passaggio vicino a Labuan per valutare la possibilità di una gita in barca al vulcano Krakatoa. Alla fine ho scartato Bali e Komodo (i draghi) per il fatto di dover dipendere troppo dai traghetti e ho pensato a Sumatra. Le attrazioni principali sono nella parte centrale e al nord, ma da Bakauheni ( il punto in cui arrivate col traghetto da Java) alla capitale dell’isola, Medan, son 1800 km sola andata: i giorni a mia disposizione (oltre alla moto) non me lo avrebbero permesso. Ho individuato un parco nazionale Way Kambas, un’insignificante cittadina nel mezzo Lahat e una costa da percorrere per ridiscendere a prender eil traghetto: qualcos’altro lo avrei poi trovato per strada. Tanto per dare un’idea da Medan (Sumatra) fino a Bima (Sumbawa) sono circa 3700 km più 3 o 4 traghetti.
Sono partito il 26 maggio da Bologna e alle 17.00 locali del 27/05/15 sono atterrato a Jakarta.
Il mio arrivo all’aeroporto di Jakarta

Negli ultimi anni ho sempre avuto dei problemi con le carte di credito e mi sono sempre salvato grazie ai contanti che porto sempre con me. Stavolta la mia VISA funziona al primo colpo: una foro era d’obbligo

Fuori dell’aeroporto becco subito le moto della polizia.

Avevo prenotato un posto letto all’ostello Six Degrees e le indicazioni per raggiungerlo coi mezzi pubblici erano abbastanza semplici: poi devo dire che mi piace riuscire ad usare bus e metro locali. Sul loro sito http://jakarta-backpackers-hostel.com/ dicono di prendere il bus pubblico Damri e scendere alla Gambir Station: prezzo del biglietto 40.000 rupie indonesiane=2,7 €.
Alla Gambir Station, primo pasto indonesiano


Siete proprio dal parco dove è situato il monumento nazionale che simboleggia l’indipendenza indonesiana, il Monas, una torre di 450 mt, l’equivalente della Statua della Libertà di New York o della Torre Eiffeldi Parigi.
Per le foto notturne ho fatto il possibile

Apro una parentesi. Quest’anno mi sono ritagliato il tempo per seguire un corso di fotografia di base, un ciclo di 8 lezioni ed alcune uscite collettive. Il corso era davvero organizzato bene e tenuto da un fotografo davvero appassionato del suo lavoro: purtroppo credo di essere risultato uno degli allievi peggiori che mai abbiano partecipato a questi corsi, sia dal punto di vista tecnico che delle doti naturali di scelta dell’inquadratura e del soggetto e della composizione. Qualche concetto, a fatica, mi è comunque entrato in testa e spero talvolta se ne vedrà traccia.
Il corso è stato tenuto dalla A.C Factory di Modena http://www.acfactory.it/ sotto la supervisione di Paolo Gualdi e suo figlio Andrea, che ringrazio per la pazienza dimostrata.
Gli ultimi 5 km per arrivare all’ostello li percorro caricato su un motorino che era dalla stazione.
http://www.youtube.com/watch?v=xI_4wHSRNqM
Sono arrivato all’ostello verso le 10 di sera. Sono uscito per un giretto, ma poi a nanna: il giorno dopo sarei andato a ritirare la moto.
28/05/15
Mi alzo davvero presto e prima che alle 7 si inizi a servire la colazione ho già fatto doccia e mi sono preparato per uscire. Il posto letto era circa sugli 8 €.


Con wifi e skype, non è poi difficile contattare Mr Cecep, il contatto di Paul a jakarta: il problema è il suo inglese limitato…Paul me lo aveva scritto:”No good english” La ragazza della reception parla con lui in indonesiano e alla fine si accorda per farmi arrivare col treno ad una stazione dove lui mi avrebbe aspettato. Io non lo avevo mai visto, ma ho poi immaginato che non ci sarebbero poi stati tanti occidentali con una borsa gialla contenente un casco.

Mr Cecep mi saluta subito alla stazione esalgo sul suo motorino per andare a casa sua a ritirare la moto: è vicino allo zoo di Jakarta. La mia seconda esperienza in moto in Indonesia: ricordo che si guida all’inglese e cioè a sinistra. C’è qualche senso unico in cui vedete il traffico nei 2 sensi, ma è normale.
http://www.youtube.com/watch?v=bNJA9eUmfsA
http://youtu.be/bNJA9eUmfsA

A casa di mr Cecep (maglia bianca) devo scegliere fra il Thunder e uno Yamaha (sempre 125): scelgo il Thunder perché ha gli specchietti retrovisori. Non mi fanno firmare nulla, mi consegnano chiavi della moto e i documenti: nessun contratto o altro che attesti la proprietà della moto da parte di Indocamper…perfetto, niente beghe burocratiche.
A posto, sono pronto per i miei primi km indonesiani. Mi faccio indicare la direzione per arrivare al Monas e parto. Colpo di fortuna dopo nemmeno 5 km incontro un concerto live di rap

http://www.youtube.com/watch?v=WtN2aacc5Io
Anzi, no, non è un concerto rap, ma una manifestazione sindacale: il sindacalista alterna i discorsi con stacchi di musica dove lui stesso canta. Non è poi una brutta idea: certo che sarebbe divertente vedere anche in italia i sindacalisti proporsi in questa maniera.


Stavano dimostrando contro questa compagnia per via delle coperture assicurative

Prima di rientrare in ostello cerco di fare una copia della chiave della moto, ma non è semplice, per via del fatto che è un modello del 2009: guardate però cos’ho trovato in un grande magazzino


In una strada vicina scomparivano gli edifici moderni, per lasciare spazio a stradine strette e tranquille: ne ho approfittato per uno spuntino e qualche foto fuori dalla calca





Quella di oggi era una giornata festiva e devo girare parecchio per trovare una catena ed un lucchetto per legare il casco alla moto e non dovermelo portare dietro nelle soste. Alla fine ci riesco in un negozio del mercato vicino alla stazione centrale dei treni


Sosta da una chiesa citata dalla mia guida, ma era chiusa

Alla sera ho fatto 2 passi fino al Monas e poi sono tornato indietro


Mi faccio l’idea che il traffico indonesiano è si il più congestionato che io abbia mai visto in Asia, ma è anche ordinatissimo: tutti seguono in maniera ordinata le varie “serpentine” che si creano nel flusso.
29/05/15 giovedì

Si parte

Uscire da Jakarta non dovrebbe essere difficile, visto che mi basterà percorrere pochi km su un’autostrada e poi prendere l’uscita con direzione Cirebon
L’entrata (masuk) la trovo abbastanza facilmente

Poi però imparo che le moto (forse solo quelle piccole) non possono circolare sull’autostrada. E chi mai ha controllato il percorso senza autostrada ? vabbè, chiedendo Cirebon per una trentina di volte riesco a trovare la direzione giusta. Caldo incredibile e dopo solo un’ora di moto tolgo la giacchetta antipioggia/antivento e tengo solo la shirt maniche lunghe e i guanti leggeri per proteggermi dal sole. Troppo caldo davvero.
In indonesiano Makan Rumah è il ristorante (letteralmente casa dove si mangia) e io ne trovo uno lungo la strada perfetto: organizzato self service coi piatti già pronti e dei lettini per il pisolino: meglio dell’autogrill.




Nel primo pomeriggio mi imbatto in una sfilata organizzata per i bambini penso delle elementari, con tanto di musica d’accompagnamento: coloratissimi i costumi



http://www.youtube.com/watch?v=ccFkfRz46FE
https://youtu.be/ccFkfRz46FE
Su di un ponte noto delle persone ai lati della strada con delle scope: mi sembra impossibile che si tratti di lavoratori. Infatti ,con le scope, raccolgono le offerte che i guidatori lanciano dai finestrini


Quando mi fermo per scattare qualche foto a questi pescatori, mi mangio le dita


Mi vedono e iniziano a farmi segno di salire: stanno partendo per la pesca. Parlando con un passante mi dice che grosso modo staranno fuori per 12 ore, quindi rientro il mattino dopo. Continuano a farmi segno di salire con loro, ma dove lascio la moto ? I bagagli ? Niente da fare nessun albergo in questo paesino. A malincuore devo rinunciare: lasciare la moto a casa di qualcuno mi pare un poco eccessivo. Che occasione persa. Ci fosse statoun’albergo avrei lasciato la moto in parcheggio e messo i bagagli in camera e mi sarei portato dietro il minimo indispensabile assieme ai documenti: che rabbia.
Preparazione dei segnali stradali per deviazioni e/o lavori in corso

Dal chiosco riesco a spiegare chi sono e cosa sto facendo grazie a questa ragazza che mastica un poco d’inglese: il frasario della Lonely Planet comprato su Amazon è un libretto con lo stretto indispensabile, ma purtroppo è solamente inglese-indonesiano e non viceversa…edizione del 1999

Arrivo a Cirebon verso sera, ma ci metto un poco a trovare un’albergo: quelli economici sono pieni, ma al terzo hanno un posto
Nella hall dell’albergo alcuni ragazzini stanno ripetendo assieme agli istruttori delle sequenze di kung-fu: sono qui a Cirebon per una prova di un campionato

La camera è un toccasana, davvero mi rendo conto che il caldo sarà un fattore…oltre alla maledetta sella del Thunder, che mi ricorda già i dolori patiti in Vietnam: domani meglio cercare un cuscino. A questo si aggiunge che, nonostante io a fatica raggiunga i 170 cm, i lThunder è davvero basso e al male al sedere, dopo un po’, inizia a sommarsi il dolore alle ginocchia.